Morte Marco Pantani, pusher non colpevole per la Cassazione

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Da condannato ad ”assolto perche’ il fatto non costituisce reato”: la Cassazione ha ribaltato le due precedenti sentenze di condanna nei confronti di Fabio Carlino, accusato di aver provocato con la vendita di cocaina purissima la morte di Marco Pantani, prosciogliendolo da ogni capo di accusa. Grandi proteste da parte della madre del ciclista scomparso.

In primo e secondo grado Carlino era stato condannato a quattro anni e sei mesi di reclusione oltre a 19 mila euro di multa e al risarcimento pari a 300 mila euro in favore dei familiari di Pantani: la Cassazione ha però cambiato tutto.


– La tesi del sostituto procuratore:

Il sostituto procuratore generale della Cassazione Oscar Cedrangolo aveva mosso dubbi sulla vicenda: “Ho avuto la sensazione che la spettacolarizzazione data dai media alla morte di Pantani, abbia spinto i giudici di merito ad una eccessiva attribuzione di responsabilità nei confronti degli indagati”. Per questo motivo aveva chiesto l’annullamento dell’accusa di omicidio chiedendo solo la conferma della condanna per lo spaccio. E la Cassazione ha accolto queste richieste.


– Lo sdegno della madre di Pantani:
“E’ una vergogna, non c’è giustizia, anzi, è stata fatta ancora una volta dell’ ingiustizia, quanto accaduto è incredibile. Non esiste giustizia, in Italia si possono rovinare le persone e poi farla franca. Eravamo certi di vincere, ma io non mi abbatto. Ci sono aspetti inspiegabili di tutta questa vicenda, dentro di me c’è una tristezza enorme” ha riferito Tonina Belletti, mamma del Pirata.

Durissimo anche Paolo Pantani, il padre: “Prima hanno distrutto Marco, ed ora vogliono distruggere anche noi”.

Insomma, ancora una volta la sottile linea tra giustizia e verità è stata messa a dura prova: le conseguenze peggiori vanno ancora ai parenti della persona scomparsa. L’unico modo per ricordare Pantani è quello di vederlo correre ancora una volta: ecco una delle sue ultime scalate storiche…

Foto da AP/LaPresse