È la ricercata numero uno da parte dell’FBI, che l’ha catalogata come terrorista interna, e la sua vicenda continua ancora oggi a dividere gli Stati Uniti, quegli Stati Unit dove la popolazione nera è tornata a morire per mano di poliziotti, scatenando la rabbia della comunità afro-americana in tutto il Paese. Assata Shakur, all’anagrafe Joanne Deborah Byron Chesimard, classe 1947, è stata un membro delle Pantere Nere e successivamente del Black Liberation Army, in lotta contro il razzismo e la discriminazione nel Paese, ed è stata accusata di vari reati tra cui l’omicidio di un poliziotto Werner Foerster, per cui fu arrestata nel 1973. Evasa dal penitenziario sei anni più tardi, si è rifuggiata a Cuba dove ha ottenuto asilo politico nel 1984. Il suo destino dopo l’apertura delle relazioni diplomatiche fra Obama e Castro non è oggetto di discussione, ma qualcuno negli Usa si sta ponendo la questione: si tratta pur sempre della ricercata numero uno dell’FBI.
Il 2 maggio 1973 Assata Shakur, insieme ad altri due membri del BLA Sundiata Acoli e Zayd Shakur, venne fermata su un’autostrada del New Jersey dai poliziotti James Harper e Werner Foerster, per un semplice fanale posteriore rotto. Secondo la versione della polizia, i tre sprarono contro gli agenti che risposero al fuoco, e durante la sparatoria Zayd Shakur venne ucciso, mentre rimasero feriti Assata Shakur, Foerster e Harper. Qualcuno prese l’arma dell’agente Foerster finendolo con due colpi alla testa, Assata e Sundiata Acoli risalirono sulla loro automobile, e fuggirono: dopo otto miglia, Sundiata Acoli abbandonò l’automobile, lasciando all’interno Assata Shakur ferita e Zayd morto, fuggendo nei boschi. Dopo una caccia all’uomo fu catturato il giorno seguente. Per questa vicenda Assata Shakur fu ritenuta colpevole dell’uccisione dell’agente, oltre a subire vari processi per rapimento e rapina a mano armata, accuse dalle quali fu sempre assolta. I sostenitori di Assata affermano che non poteva essere stata fisicamente lei a sparare perché ferita al braccio, ma la versione ufficiale protende per la sua colpevolezza.
Qualunque sia la verità oltre quella giudiziale, Assata Shakur è evasa dal carcere di Clinton nel 1979 grazie ad un assalto di membri del BLA, per il quale sono stati condannati il fratello Mutulu Shakur e Silvia Baraldini. Dopo aver vissuto da fuggitiva per vari anni, ha ragigunto Cuba dove ha ottenuto asilo politico. Negli anni ha denunciato di aver subito violenze e sevizie nel periodo di prigionia, ha scritto libri, e la fama della sua storia ha raggiunto livelli tali che oggi può contare sull’appoggio di molti esponenti influenti della comunità afro-americana, da avvocati a musicisti rap, che si battono per il riconoscimento della sua innocenza. Lei stessa da Cuba continua a proclamarsi tale, benché nessuno abbia potuto spiegare la dinamica dell’omicidio di Foerster: sulla sua testa pende una taglia di un milione di dollari.