É morto Burt Bacharach, il padre del pop d’autore

Scompare il tre volte premio Oscar e sei volte Grammy Award Burt Bacharach, compositore leggendario che ha dato vita a musica indimenticabile

“Il complimento più bello? Quando un tassista a New York mi disse che aveva la sensazione che io lo avessi visto fare l’amore. Diceva di avere concepito le sue due figlie con la mia musica in camera da letto mentre stava con la moglie…”

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Burt Bacharach, scomparso a Los Angeles a 94 anni – QNM

Aveva uno straordinario senso dell’ironia Burt Bacharach, compositore leggendario, erudito e raffinatissimo musicista con una capacità rara. Quella di trasformare qualsiasi melodia in un’autentica opera d’arte. Nato a Kansas City 94 anni fa, può essere considerato uno dei più grandi compositori contemporanei di sempre. Il primo grande musicista pop dopo George Gershwin.

Burt Bacharach, il maestro del pop

Scrisse la sua musica seguendo il vecchio stile dei grandi compositori. Andando per tentativi davanti alla tastiera del suo grandpiano: e lavorando ore, e ore, e ore alla linea melodica, a quella di basso e poi all’arrangiamento di ogni singolo strumento. Archi, fiati e voce. Un lavoro straordinario. Che portò risultati immediati: spesso abbinati a quella che per anni fu la sua cantante preferita, la grande Dionne Warwick.

I suoi brani erano un capolavoro stilistico: “Walk on by”, “I Way a little Prayer”, “I’ll never fall in love again”. Oltre a numerose colonne sonore di successo tra le quali “Casino Royale”, “Butch Cassidy” e “Arthur”. In un mondo che stava cambiando radicalmente e che nell’ordine avrebbe affrontato il beat, il rock, il punk e la lunga deriva elettronica, Bacharach si ostinò a produrre un pop estremamente elegante e raffinato.

Settant’anni di successi

L’anno prossimo avrebbe festeggiato i 70 anni della sua prima pubblicazione. Fu il primo a vincere un disco d’oro nella storia dopo l’inizio delle ratificazioni ufficiali da parte della RIAA, l’associazione dell’industria discografica americana. I suoi brani sono stati cantati da tutti i più grandi interpreti: Beatles, Aretha Franklin. In uno dei matrimoni più celebri dell’epoca sposò Angie Dickinson, la mitica attrice che diede vita al sergente Pepper.

Non ha mai negato il consenso a chiunque volesse misurarsi con la sua musica, nemmeno se a chiedergli il permesso erano musicisti lontanissimi dalla sua mentalità. Ma voleva avere l’ultima parola. E se la canzone non gli piaceva… non usciva. Quando i Cypress Hill e De La Soul, due controversi gruppi hip-hop gli chiesero di suonare due suoi brani, stravolgendoli, disse… “Figo, così non la saprei fare”.

Uno dei suoi più grandi successi commerciali fu “That’s what Friends are for” affidata a Dionne Warwick e a un gruppo di artisti straordinari come Stevie Wonder ed Elton John per raccogliere fondi contro l’AIDS.

Da tempo viveva nella sua splendida villa di Beverly Hills circondato dai suoi riconoscimenti e dai suoi strumenti. Il suicidio della sua prima figlia, Nikki, avuta con la Dickinson, lo mise a durissima prova. E per molti anni rifiutò di esibirsi: persino di uscire di casa.

Un grave lutto, il ritorno al cinema

Nella sua ultima intervista ufficiale, un anno e mezzo fa, ammetteva di suonare il piano almeno due ore al giorno… “E alcune cose che scrivo sarebbero molto buone anche oggi”. E proprio quando il suo ultimo brano ufficiale sembrava essere fermo al 2009, uscì con alcune canzoni pubblicate per uno dei suoi allievi prediletti, Daniel Tashian che nel 2020 con “Blue Umbrella” propose alcune canzoni prodotte secondo il suo inconfondibile stile compositivo.

A proposito del suo senso dell’ironia. Quando nei primi anni 2000 il comico Mike Myers, quello di “Fusi di testa” e di Austin Powers gli chiese di comparire in uno dei suoi film rispose subito di sì. Momento memorabile: il film si interrompe davanti a una stazione della underground di Londra e Austin Powers presenta al pubblico della sala il grande Burt Bacharach e una delle sue voci predilette, Elvis Costello, che interpreta una versione acustica acustica memorabile di “I’ll never fall in live again”. Mentre Myers-Powers e la sua coprotagonista, una splendida Heather Graham, ballano avviluppati sul marciapiede.