I Black Eyed Peas con l’ultimo album The Beginning hanno davvero fatto il botto. Non che ce ne fosse bisogno, intendiamoci, visto che è almeno dall’album Monkey Business del 2005 che la band è ospite fissa delle prime posizioni delle classifiche di vendita, senza contare Billboard, che ospita regolarmente i singoli estratti dai cd.
Pubblicato nel novembre 2010, The Beginning si è subito fatto piacere, grazie al primo singolo The Time (Dirty Bit) che, neanche a dirlo, ha dominato le rotazioni radio per mesi. Fino al marzo 2011, quando è arrivato il momento del nuovo singolo, e la scelta è ricaduta su Just can’t get enough, brano dal mood differente rispetto al precedente.
Ormai la canzone la conoscete tutti, visto anche il suo potere magnetico di stamparsi in mente al primo ascolto, e anche il video ha fatto il giro del mondo in pochissimi giorni, visto che su YouTube conta la bellezza (aprite bene gli occhi) di 23 milioni di visualizzazioni.
Il video in questione ha una storia molto particolare. Descrive in immagini una giornata tipo della band in viaggio per tour o promozioni, ma la cosa più interessante è che le riprese si sono tenute in Giappone, una settimana prima che il paese venisse devastato dal terremoto e dallo tsunami: la Dolce Vita di Tokyo, celebrata in molti romanzi dei giovani autori nipponici, assume quindi tutta un’altra prospettiva.
I Black Eyed Peas non dimenticano di commemorare le vittime, con una sovrimpressione che comprare a inizio video, e con l’invito di Fergie a fine video a donare alla croce rossa giapponese, la stessa associazione alla quale verranno devoluti i proventi dell’album che uscirà nei prossimi giorni e che vedrà coinvolti, tra gli altri, U2, Lady Gaga, Bon Jovi, Rihanna, Justin Bieber.
A proposito delle immagini della clip, Fergie stessa ha dichiarato in un’intervista che si è trattato del “video più facile da girare di sempre poiché è bastato vivere le nostre vite. Amo il fatto che mostri in una prospettiva fedele ciò che proviamo quando siamo lontano dai nostri cari. Dimostra inoltre l’amore e le connessioni che abbiamo con il Giappone”.