Notizie dal mondo dell’industria discografica: l’ultimo album di Avril Lavigne, uscito ormai l’8 marzo 2011 e intitolato Goodbye Lullaby, non sta vendendo come sperato dall’artista e soprattutto da chi ha investito i soldi su di lei. Cosa fare quindi per rimettere la situazione sulla giusta carreggiata?
Questa deve essere stata la domanda che ha assillato tutti nel momento di scegliere il secondo singolo dall’album, dopo What The Hell, accolto peraltro molto freddamente sia dal pubblico che dalle radio. La soluzione sembra essere stata trovata in un parziale ritorno al passato, con il brano Smile.
Diciamo parziale perché ad essere tornata indietro di dieci anni è soltanto l’immagine di Avril Lavigne, che nel video ufficiale del nuovo singolo torna al look punk scanzonato degli esordi. La musica, quella invece è lontana anni luce dai brani che l’hanno resa famosa. Per maturità e soprattutto per qualità.
Se infatti Avril Lavigne e il suo staff avevano intenzione di riportare l’album in alto nelle classifiche di vendita, non potevano scegliere singolo peggiore. Smile per la verità lascia con l’amaro in bocca, e siamo sicuri che all’interno dei solchi digitali di Goodbye Lullaby qualcosa di meglio si potesse trovare. Avril non graffia, e anche le linee vocali non suonano originali.
Non basta quindi il ritorno ai lunghi capelli multicolore e alle pose da skater irriverente se poi dietro non c’è la sostanza. Avril spruzza spray sulle pareti, fa le smorfie e le linguacce, ma mentre a 16 poteva avere un senso tutto questo, ora che ne ha 27 il rischio è di farsi un grosso autogol. Peccato, perché sembrava aver trovato una sua identità più matura, ma Smile puzza proprio di passo falso.