Virtuoso, ma soprattutto creativo, Alberto Radius è stato uno dei chitarristi più importanti nella storia del rock italiano
Di fronte a un personaggio come Alberto Radius le etichette non sono adatte. Chitarrista storico, capace di collaborare con tutti i più grandi musicisti di almeno tre generazioni. Ma anche di sostenere con la sua chitarra progetti innovativi e sperimentali.

Radius aveva 80 anni, era malato da tempo. La sua dimensione era sempre e comunque il palco. Cui non ha mai rinunciato. Amava suonare più di qualsiasi altra cosa al mondo. Ed era estremamente generoso nel confrontarsi con talenti più giovani, musicisti che gli chiedevano qualche minuto di session per fare esperienza e scrivere sul proprio curriculum… ‘ho suonato con Alberto Radius’.
Alberto Radius, cuore d’artista
Il suo ultimo concerto alcuni mesi fa, all’Auditorium di Vizzolo Predabissi: era il 6 novembre. Radius era salito sul palco con le sue chitarre in un trio con Viki Ferrara e Salvatori Bazzarelli per presentare un repertorio tecnicamente e cronologicamente immenso. Almeno cinquant’anni di musica: in gran parte scritta dallo stesso Radius. Per i suoi progetti (a cominciare dalla leggendaria Formula 3) ma anche per altri. Lucio Battisti tanto per fare un nome.
Tante esperienze diverse
Radius era romano ma è a Milano che ha trovato casa giovanissimo, trasferendosi al nord insieme ai primi clamori del beat. La prima chitarra in regalo a 12 anni: la prima lezione di Enrico Ciacci, il fratello di Little Tony. Un amore a prima vista che lo avrebbe accompagnato per tutta la vita. Radius da giovanissimo ha suonato con piccoli gruppi rock and roll, grandi orchestre da ballo e band sperimentali maturando esperienze di ogni genere… dal liscio alla prog.
Se Roma aveva il Piper, Milano offriva uno scenario di cantine e club straordinariamente vivace. Nascevano l’Equipe 84, i Giganti e soprattutto Quelli, la band dalla quale poi sarebbe nata la Premiata Forneria Marconi. Radius fu uno dei primi chitarristi della band, prese il posto di Mussida che era a militare… e inizia a scrivere musica: e ne scrive davvero tanta.
La Formula 3
Poi con Tony Cicco e Gabriele Lorenzi fonda i Formula 3. La firma con la Numero Uno, la casa che distribuiva Lucio Battisti, apre un nuovo territorio sperimentale e artistico per Radius che confeziona un gran numero di brani. “Questo folle sentimento” lo piazza in classifica. “Eppur mi son scordato di te” (con il verso ‘non piangere salame dai capelli verderame’) resta il suo successo più amato: un cavallo di battaglia assoluto.
Il suo Studio Radius nel 1978 diventa un laboratorio di suoni e ambientazioni: prog, jazz, rock tradizionale. Nella sua sala prove era facile incontrare tutti i più grandi musicisti rock degli ultimi trenta-quarant’anni: da Mario Lavezzi a Vince Tempera. Fu lui a suggerire alcune sonorità a De André e a Dalla, di cui era grande amico. Fu lui a influenzare – forse più di ogni altro – Ricky Portera, storico chitarrista degli Stadio e dello stesso Dalla.

Lo stile di Alberto Radius
Eclettico veloce, maniacale nella ricerca del suono giusto, Alberto Radius è stato un innovatore straordinario, un grandissimo musicista capace di fare la differenza producendo musica con chiunque gli chiedesse di suonarla. Due anni fa sale sul palco di Sanremo insieme ai Coma_Cose. Produce canzoni per Alice, Milva, Giuni Russo. Collaborando spesso silenziosamente con Franco Battiato, che lo ammirava molto.