Manovra Monti, in arrivo la delega fiscale: i provvedimenti

Mario Monti

La situazione italiana è piuttosto fluida negli ultimi tempi, e le notizie che vengono dalla vicina Grecia non fanno che acutizzare la sensazione che la tanto annunciata crescita non ci sarà. Anzi, il declassamento dell’Italia e gli ultimi dati sulla recessione rendono ancora più importanti e necessarie riforme sostanziali.

Il presidente del consiglio Mario Monti, che pure grande successo sta riscuotendo negli ambienti europei, ha confermato che il nostro Paese non avrà bisogno di ulteriori manovre per uscire dalla empasse e tenere fede agli impegni presi dal precedente governo, ossia portare il bilancio in pareggio entro il 2013, due anni prima degli altri. Se pure non ci saranno altre manovre, però, il cantiere è ancora aperto, soprattutto in materia di riforma fiscale.

In dirittura d’arrivo c’è un pacchetto di iniziative che riguardano la tassazione, da approvare sotto forma di delega fiscale. Gli argomenti sul tavolo sono molti, ma la strada generale è quella dello sfoltimento delle oltre 720 agevolazioni fiscali che ad oggi costano circa 161 miliardi e sono fonte di sfruttamento indiscriminato. Vediamo quali sono le modifiche più importanti.

Irpef: lo scopo del governo Monti è “usare i proventi della lotta all’evasione per dare qualche sollievo ai contribuenti onesti”. I controlli della finanza e la lotta ai furbetti sono una vera e propria priorità dell’esecutivo e questo potrebbe riverberarsi anche sull’Irpef con un taglio dell’aliquota più bassa oggi al 23 per cento o comunque con una ridistribuzione del carico sulle famiglie.

Iva: come ben sappiamo, la manovra approvata a fine 2011 prevedeva un primo aumento dell’Iva da subito e poi un nuovo rialzo da ottobre 2012, ulteriori 2 punti percentuali che porteranno l’aliquota intermedia del 10 per cento al 12 per cento e quella più alta dall’attuale 21 al 23 per cento. Un ulteriore aumento si avrebbe poi solo nel 2014, ma il governo sa bene che in fase di recessione alzare l’Iva rischia di diventare un suicidio per l’economia. Quindi è allo studio la possibilità di cancellare il secondo rialzo o almeno dimezzarlo. Ancora una volta i proventi dalla lotta all’evasione sembrano decisivi per una decisione finale.

Agevolazioni: come detto 720 agevolazioni fiscali sono ritenute eccessive, anche perché spesso nascondo sacche di spreco e inefficienza. Il governo Monti ha intenzione di tagliare decisamente il numero degli sconti, cercando però di mantenere un criterio rigido di intervento: ad ogni agevolazione è stato assegnato un codice di importanza e sono state dichiarata intoccabili molte di quelle relative a famiglia e lavoro. C’è molto su cui intervenire, inclusi i 10 miliardi di sconti annui percepiti dalle aziende.

Rivalutazione catastale: l’introduzione dell’Imu e la rivalutazione catastale è stato senza dubbio il colpo più pesante inferto dalla manovra Monti al contribuente italiano. Ora si cercherà però di riorganizzare il sistema dei valori catastali per evitare (come nei fatti accade ora) scostamenti evidenti tra valore catastale e di mercato. Nel lungo periodo è prevista una riforma totale del catasto ma nel frattempo pare possibile una revisione degli estimi urbani medi agendo su zone omogenee e quartieri all’interno dello stesso centro abitato.

Spending Review: il taglio dei costi della pubblica amministrazione è una priorità assoluta perché dalla razionalizzazione delle spese potrebbero venire fondi per tutte le altre riforme necessarie. A questo proposito è in atto un’analisi attenta della contabilità e delle spese fin nei minimi dettagli, da estendere a tutti i ministeri con lo scopo di standardizzare i costi di produzione delle singole unità produttive. Il risparmio previsto è intorno ai 10 miliardi di euro, ma anche qui i tempi non sono proprio brevi.

Abuso di diritto: una delle sacche di evasione più difficili da controllare e contrastare è rappresentata dai trucchi utilizzati dalle aziende per sottrarsi al radar del fisco, con l’utilizzo di sistemi sempre più complessi tra scorpori, fusioni e utilizzo delle norme sulla doppia imposizione internazionale (per le aziende che agiscono anche fuori dai confini). Spesso queste operazioni sono al limite tra legale e illegale, ma questo non significa che il governo non possa stringere i controlli per evitare abusi.

Foto AP/LaPresse