Travolte e uccise al casello della A4 | Cosa è emerso dagli esami su chi le ha investite

Un grave incidente a poca distanza dall’autostrada A4 ha causato la morte di due donne che lavoravano nel settore sanitario: nei guai un 39enne a bordo di un’altra vettura. Cosa emerge dagli accertamenti. 

Un impatto devastante che non ha lasciato scampo a due donne intente a ritirare il biglietto per accedere sull’autostrada A4. Il mezzo in arrivo non ha frenato, colpendo la vettura a bordo della quale erano presenti due operatrici socio-sanitarie. Per loro non c’è stato nulla da fare, entrambe sono morte.

Autostrada A4 incidente
Impatto devastante sull’autostrada A4, morte due donne (ANSA)

Entrambe sono decedute e a carico dell’uomo pendono gravissime accuse per la loro morte. Una scena vagliati dagli investigatori mediante il sistema di videosorveglianza, ma ad accendere le polemiche ci sarebbero altri aspetti sul caso dell’uomo.

La dinamica

L’incidente è accaduto al casello dell’autostrada A4 fra venerdì 10 e sabato 11 febbraio ha causato la morte delle due operatrici socio-sanitarie Laura Amato e Claudia Turconi. Ad ucciderle è stato un uomo italo-marocchino di 39 anni.

I controlli del caso hanno scoperto la positività a cannabis e benzodiazepine. Questi sono gli esiti degli esami tossicologici svolti presso l’ospedale San Carlo. Il 39enne è attualmente ricoverato in Psichiatria al San Carlo, non necessario il ricorso al trattamento sanitario obbligatorio (TSO).

Polizia indagini incidente A4
Indagini della polizia dopo il grave incidente accaduto sull’autostrada A4 (ANSA)

L’autore del sinistro mortale è attualmente ricoverato in condizioni non gravi. A riportare la notizia è il Corriere della Sera che ha confermato il ricovero nel reparto di Psichiatria il giorno precedente all’incidente costato la vita alle due donne. Il pubblico ministero Paolo Filippini è al lavoro per comprendere se l’uomo sia uscito di nascosto o dimesso dagli stessi medici dell’ospedale.

L’accusa nei suoi confronti è duplice omicidio stradale. Toccherà agli inquirenti comprendere se la sostanza benzodiazepine sia stata assunta in ospedale, in quanto prescritta dai medici, oppure se ciò sia stato compiuto in maniera autonoma. Da chiarire anche il dosaggio. La stessa cosa vale per l’assunzione della cannabis, un mix delle due sostanze potrebbe aver causato l’alterazione.

Cosa emerge dalle indagini

I filmati delle telecamere di videosorveglianza di zona hanno scoperto una Lancia Musa guidata dal 39enne che si sarebbe scontrata contro la Ypsilon con a bordo le due donne. La loro vettura era ferma per il ritiro del biglietto autostradale. Le immagini mostrerebbero l’assenza di voler cambiare traiettoria, così come rallentare in vista del casello.

Non avrebbe quindi rallentato il 39enne alla guida, nonostante l’avvicinarsi sempre più imminente del casello autostradale. Emergerebbe questo dettaglio dalle telecamere di sorveglianza della barriera Milano-Ghisolfa direzione Torino. Lancia Musa contro Lancia Ypsilon, nulla da fare per Laura Amato di 54 anni e Claudia Turconi di 59: entrambe sono morte sul colpo.

Esami tossicologici
Esami tossicologici per l’uomo alla guida del mezzo (Immagine Rete)

La sequenza del video mostra l’auto delle due donne immettersi a bassa velocità nella corsia riservata per il ritiro del biglietto per pagare il pedaggio, ma a distanza di pochi attimi l’arrivo dell’altro mezzo. Quest’ultimo sarebbe arrivato a velocità sostenuta e senza alcuna intenzione di rallentare. Colpo violento e auto delle due donne balzata per diversi metri più avanti. Nulla da fare per le amiche a bordo della vettura.

Sequestrato il cellulare dell’uomo, così da accertare se fosse al telefono prima dell’impatto o se stesse inviando messaggi. Fra i resti della Lancia Musa guidata dall’uomo sarebbe stato trovato un braccialetto ospedaliero strappato. A scoprirlo sono stati i vigili del fuoco e i poliziotti di Novara Est.

Ancora da accertare il motivo del suo viaggio di notte sull’autostrada A4. Ascoltati intanto la moglie dell’uomo con il quale vive a Pontenure, in provincia di Piacenza. La donna avrebbe confermato la crisi psichica tale da convincere l’uomo a recarsi in ospedale per ricevere il supporto sanitario previsto in questi casi. Sul caso emergono ulteriori dettagli che potrebbe ampliare il raggio d’azione, specialmente visti i dubbi ancora da chiarire sull’uomo che il giorno prima si trovava in un reparto di Psichiatria.