Strage migranti a Cutro, la Guardia Costiera si difende | Allestita camera ardente

La morte di decine di migranti a bordo dell’imbarcazione di legno aumenta le polemiche: la versione della Guardia Costiera dopo la strage di Steccato di Cutro. 

Un caicco a bordo del quale sarebbero partiti dalla Turchia circa 200 persone, a distanza di poco dalla costa calabrese la strage con il mezzo che ha iniziato ad imbarcare acqua e sprofondare in mare. Da un lato decine di vittime, dall’altro altrettanti superstiti.

Migranti vittime Cutro
Il recupero delle vittime nel Mare Ionio (ANSA)

Donne e bambini vittime di una viaggio in condizioni difficili ed estremamente tragiche, a caccia di un futuro migliore, risultato invece fatale. Oltre sessanta i morti accertati, decine i dispersi ancora in mare. L’ipotesi è che il numero dei morti possa arrivare a quota 100 (se non oltre), ma al momento nessuna conferma ufficiale a riguardo.

La versione della Guardia Costiera

La Guardia Costiera ha parlato della tragedia accaduta a Steccato di Cutro, in provincia di Crotone, costata la vita ad oltre 60 persone. Il bilancio dei migranti morti è destinato a salire, le ricerche delle vittime procedono senza sosta da tante ore. Emergono nuovi dettagli sulla tragedia costata la vita a donne, decine di bambini di ogni età e uomini.

Tutto risale alla serata dello scorso sabato 25 febbraio con un velivolo Frontex che avrebbe avvistato l’unità in navigazione nel Mar Ionio. Nessun problema riscontrato durante la navigazione a circa 6 nodi e con una persona visibile sulla coperta della nave.

Il velivolo Frontex inviava la segnalazione al punto di contatto nazionale preposto per l’attività di law enforcement, informando, tra gli altri, per conoscenza, anche la Centrale Operativa della Guardia Costiera di Roma“, si legge nella nota ufficiale.

Guardia Costiera
Migranti e la strage a Steccato di Cutro, cosa emerge (ANSA)

In seguito alla segnalazione, infatti, la Guardia di Finanza avrebbe comunicato di essere operativa in mare e di intercettare l’imbarcazione. Tutto avrebbe subito un peggioramento intorno alle ore 4.30 del mattino. La Guardia Costiera avrebbe ricevuto segnalazioni in merito a persone presenti a terra, con tanto di imbarcazione in pericolo a non molta distanza dalla costa.

I Carabinieri, precedentemente allertati dalla Guardia di Finanza, giunti in zona, riportavano alla Guardia Costiera l’avvenuto naufragio. Questa è la prima informazione di emergenza pervenuta alla Guardia Costiera riguardante l’imbarcazione avvistata dal velivolo Frontex“, si legge nella nota della Guardia Costiera.

Nello specifico, inoltre, “non sarebbe arrivata alcuna segnalazione telefonica ad alcuna articolazione della Guardia Costiera da parte dei migranti, presenti a bordo della citata imbarcazione, o da altri soggetti come avviene in simili situazioni“. La Guardia Costiera risponde alle accuse rilanciate per la presunta mancata comunicazione dei soccorsi, da qui la strage di decine di persone morte in mare.

Allestita camera ardente

Al momento sono 64 le bare esposte al Palamilone, 23 quelle identificate e fra queste spiccano anche alcun senza nome. Presente il feretro della 35enne Munika Fgrhadi, 35enne morta in mare insieme ai suoi tre figli di 5, 8 e 12 anni: del più piccolo ancora nessuna notizia. Presente anche la salma di Marzia Qasimi, donna 34enne morta in acqua, senza dimenticare altri nomi come Abiden Jafari e Jafar Sadeqi.

Camera ardente
Camera ardente dopo la strage accaduta a Cutro e dintorni, bare al PalaMilone (ANSA)

Una parte di vittime identificate altre invece con sigle sulla bara tipo “KR29D45” oppure “KR11D23”. Tante vittime senza ancora un nome e un cognome, difficoltà evidenti nell’identificare le persone. Presenti in zona anche decine di parenti che hanno raggiunto la provincia pitagorica dopo la notizia del naufragio.

Fra queste c’è anche Wahid, marito di Munika e padre dei tre figli (due già ritrovati senza vita). Un momento drammatico e il raccoglimento in preghiera fra incredulità e dolore per quanto accaduto a poca distanza dalle vicine coste della Calabria.