La strage dei migranti avvenuta a Steccato di Cutro certifica la morte di decine di donne e bambini: cosa emerge e quali sono le novità sull’inchiesta.
Bisognerà senza ombra di dubbio accertare eventuali responsabilità dopo il disastro dell’imbarcazione naufragata a poche centinaia di metri dalla costa calabrese. La tragedia di Steccato di Cutro riporta alla memoria quanto accaduto nel 2013 a Lampedusa.

Un momento certamente difficile con un bilancio provvisorio che parla attualmente di 67 vittime, fra questi 15 bambini, ma ci sarebbero ancora diverse persone disperse. Le ricerche continuano e non si escludono altre novità a stretto giro. L’ultimo corpo recuperato dai soccorritori durante la mattinata di mercoledì 1 marzo 2023 è quello di una bambina.
Il punto sulle indagini
Dai primi accertamenti risulta che due carabinieri della compagnia di Crotone sarebbero stati i primi ad intervenire, intorno alle ore 4.30 del mattino, subito dopo il naufragio del barcone con centinaia di persone a bordo. Proprio i militari hanno ribadito di aver salvato due persone e di aver recuperato i corpi di 17 vittime.

“Ci siamo avvicinati, immergendoci in acqua, notando la presenza di due corpi privi di conoscenza, sotto l’imbarcazione ed in pericolo di essere schiacciati […] Una donna era già deceduta, mentre un uomo era in sofferenza respiratoria“, si legge nella relazione degli atti oggetto dell’inchiesta. Subito dopo sarebbero arrivati alcuni pescatori, a seguire personale sanitario, Guardia di Finanza, Polizia, Guardia Costiera e personale Centro di accoglienza.
Il commento della Guardia Costiera di Crotone
Sul caso è intervenuto anche Vittorio Aloi, comandante della Guardia Costiera di Crotone, che ha rilasciato alcuni commenti agli organi d’informazione. Sulla tragedia in mare, avvenuta a non molta distanza dalla spiaggia di Steccato di Cutro, emerge uno scambio di accuse ben preciso. “Tocca alla Finanza intervenire per prima. Il mare era forza 4, si può uscire anche con forza 8”.
Davanti al palazzetto dello sport di Crotone, luogo in cui si trovano le salme delle vittime del naufragio, arriva anche Aloi che precisa alcuni aspetti e apre le maglie di una situazione in cui potrebbero emergere errori e anche omissioni. Il comandante ribadisce che il suo personale sarebbe stato coinvolto soltanto per i soccorsi a terra, proprio quando “tutto era già successo“.

E sulla comunicazione di una imbarcazione in difficoltà, ricevuta dal centro di coordinamento e soccorso di Roma circa 24 ore prima, il comandante Aloi si sarebbe così espresso: “Non ne sono a conoscenza“. “Per le regole di ingaggio, le operazioni le conduce la Finanza fin quando non diventa un evento Sar. Il mare direi che era forza 4. Si può uscire con mare forza 8“, ribadisce.
Ed è proprio qui che sarebbero emersi nuovi dettagli sul barcone, mezzo in mare identificato 24 ore prima da una segnalazione di “imbarcazione in difficoltà“. Il comandante ha ribadito che le regole di ingaggio sono complesse e non si potrebbe fare alcuna sintesi per evitare di perdere passaggi sulla vicenda importanti. Spetterà alla magistratura accertare quanto accaduto e individuare responsabilità.
“Adesso c’è una intricata ricostruzione dei fatti da fare, della quale non mi posso permettere di anticipare le conclusioni. Stiamo rifacendo tutto il percorso e quando saremo pronti lo rassegneremo“, ribadisce Aloi.
I numeri annunciati da Piantedosi
Il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, ha tracciato un bilancio di quanto sta accadendo nel corso delle ultime ore. Il responsabile del Viminale si è espresso, in merito alla strage di migranti accaduta sulle coste calabresi, parlandone in Commissione Affari Costituzionali alla Camera, fornendo anche i numeri su quanto accaduto con gli sbarchi nel corso degli ultimi mesi.
‘‘Dal 22 ottobre scorso al 27 febbraio gli apparati dello Stato hanno gestito 453 eventi Sar, soccorrendo 27.457 persone. La loro professionalità merita il rispetto e la riconoscenza
di tutti“, ha ribadito Piantedosi.

Al momento Piantedosi ha parlato di un bilancio provvisorio con quasi oltre 65 vittime accertate. “Il velivolo di Frontex non aveva segnalato situazioni pericolose evidenziando una sola persona sopra coperta e altre sotto coperta e una buona galleggiabilità“, ha ribadito il capo del Viminale intervento per spiegare alcuni dettagli sulla vicenda. Sono intanto quattro gli scafisti al momento in stato di fermo per aver condotto l’imbarcazione con a bordo oltre 120 persone dalla Turchia all’Italia.
La richiesta di Elly Schlein
La nuova segretaria del Pd è intervenuto sul caso, chiedendo le dimissioni del ministro Matteo Piantedosi dopo quanto accaduto. Le parole del ministro rilanciate in Commissioni Affari sarebbero per Elly Schlein di una “gravità assoluta“.

“Sono rimasta molto colpita dalle sue parole di oggi. E non solo quelle di oggi: ricordiamo tutti che dopo la strage lei ha fatto dichiarazioni sul fatto che la disperazione non giustifica viaggi che mette a repentaglio la vita dei figli. Parole disumane, inaccettabili e non all’altezza del ruolo“, ha ribadito Schlein.