Processo Saman Abbas, le paure del fratello | Cosa ha detto

Dopo tanti mesi il corpo di Saman Abbas è stato trovato senza vita: cosa emerge sul processo e quali sono i dettagli sulla situazione del fratello. 

Saman Abbas è la ragazza ritrovata a distanza di tanti mesi dall’omicidio. Per il delitto sono cinque gli imputati, anche il padre che ancora si trova in Pakistan. Nel frattempo ci sono delle novità che riguarda il fratellino della 18enne uccisa in un paese della provincia di Reggio Emilia.

Saman Abbas
Il processo per il delitto Saman Abbas, cosa sta accadendo al fratello minorenne (ANSA)

Il legale del fratello della vittima è parte civile e ha dichiarato che il minorenne è fortemente provato per quanto sta accadendo. Ci sono dei motivi ben precisi per i quali il ragazzino sarebbe teso, specialmente alla luce del ritrovamento della sorella morta, nonché del coinvolgimento della famiglia.

La testimonianza del fratello

L’avvocato Valeria Miari assiste il fratello di Saman Abbas che è parte civile dopo quanto scoperto sulla sorella morta. Il giovane è ancora minorenne e sarebbe un testimone chiave nel processo contro i familiari accusati di aver ucciso la 18enne a Novellara, in provincia di Reggio Emilia.

Questo ragazzo è certo che per aver parlato subirà la stessa sorte della sorella. Ha subito forti pressioni da persone vicine al nucleo familiare e anche a causa del trauma subito. Ha visto il corpo ed è sicuro che sia lei“, ha ribadito il legale. Intanto la difesa dei cinque imputati ha chiesto di inserirlo come parte integrante del processo, l’avvocato invece si oppone con fermezza.

Saman Abbas omicidio
Il delitto di Novellara, le novità sul caso di Saman Abbas (ANSA)

Il presidente della Corte d’Assise di Reggio Emilia ha inoltre ribadito che Shabbar Abbas, padre di Saman, nonché uomo accusato di essere il mandante del delitto, dovrebbe assistere al processo in videoconferenza. L’uomo è in arresto da metà novembre, ma la procedura di estradizione, richiesta dall’Italia, non sarebbe così semplice. Gli atti processuali andranno di fatto notificati ad Islamabad per chiedere all’uomo di essere processato in videoconferenza.

Il presidente della Corte d’Assise è il giudice Cristina Beretti che ha spiegato alcuni dettagli su quanto deciso. “La Corte ha preso contatti col ministero, chiedendo assistenza per la predisposizione della videoconferenza. I tempi non li possiamo governare noi. La richiesta è stata predisposta, fatta tradurre in inglese, punjab e urdu“, ha spiegato.

Nel frattempo prosegue a Reggio Emilia il processo per gli altri quattro familiari di Saman Abbas: si tratta di madre ancora latitante, zio e due cugini. L’udienza per il padre della vittima è stata intanto fissata al prossimo 17 marzo.

La novità sullo zio della vittima

L’avvocato di Danish Hasnain, zio accusato insieme agli altri quattro parenti della morte di Saman, vorrebbe procedere con la richiesta di rito abbreviato. Ciò significherebbe ottenere uno sconto di pena al netto della sentenza, ma soltanto se l’impostazione d’accusa dovesse cambiare in seguito all’esito del processo che si sta tenendo a Reggio Emilia.

Anche l’avvocato Claudio Falleti, difensore del fidanzato di Saman Abbas, ha ribadito che ci sarebbero almeno due elementi per opporsi alla nuova testimonianza del proprio assistito. “Forte stress e minacce subite sono oggetto di altro procedimento penale che giungevano ad ogni sua uscita pubblica“, ha ribadito il legale. Il giovane è stato infatti già ascoltato durante l’incidente probatorio che si è tenuto prima del processo.

Numanhulaq Numanhulaq
Numanhulaq Numanhulaq è il cugino di Saman sotto processo per la morte della 18enne (ANSA)

L’uomo ha infanti consentito di ritrovare il corpo della giovane che si trovava sottoterra in un casolare di Novellara non molto distante dall’abitazione della famiglia. Hasnain ha spiegato di aver accompagnato i cugini Ikram Ijaz e Nomanhulaq Nomanhulaq a seppellire il corpo della giovane Saman Abbas.

L’accusa invece ritiene che sia lui l’esecutore materiale del delitto. Sta di fatto che a carico degli imputati pende l’accusa di omicidio aggravato da premeditazione, occultamento di cadavere e sequestro di persona.