Sconcertante dichiarazione dell’ex amministratore delegato della Edizione, la Holding del gruppo Benetton che gestiva il tratto autostradale del Ponte Morandi collato nel 2018, 43 morti
“Nel corso di una riunione emerse che il Ponte Morandi aveva un difetto originario di progettazione e che era a rischio crollo. Ho chiesto se ci fosse qualcuno che ne certificasse la sicurezza e Riccardo Mollo mi rispose ‘ce la autocertifichiamo’. Non dissi nulla ma mi preoccupai. D’altronde i casi erano due, o si chiudeva l’autostrada o si trovava qualcuno che lo certificasse. Io non ho fatto nulla, ed è questo il mio grande rammarico”.

È la dichiarazione rilasciata durante la sua testimonianza nel corso del processo per il crollo del Ponte Morandi di Gianni Mion ex amministratore delegato della Edizione, holding del gruppo Benetton, ex consigliere di amministrazione di ASPI e della sua ex controllante, Atlantia.
Ponte Morandi, un crollo sconvolgente
Il Ponte Morandi crollò in una giornata di pioggia e temporali il 14 agosto 2018 provocando 43 vittime. Persone che come ogni giorno transitavano su questo che una volta era il viadotto più lungo d’Europa che collegava la piastra autostradale di Genova Ovest alla collina di Coronata. Uno dei principali nodi di collegamento tra il ponente genovese e il capoluogo, decine di migliaia di passaggi ogni giorno, tantissimi mezzi pesanti. In una città che a parte la vecchia Aurelia che attraversa i quartieri delle delegazioni del ponente, da Sampierdarena a Voltri, non aveva alcuna strada alternativa.
Le dichiarazioni di Mion
Il ponte nel frattempo è stato ricostruito. Un progetto dell’architetto genovese Renzo Piano, si chiama Genova San Giorgio, realizzato e inaugurato a tempo di record. Sotto le sue campate un parco ricorda le 43 vittime del Morandi.
Nella sua dichiarazione Mion fa riferimento a una riunione del 2010, e dunque ben otto anni prima del cedimento della pila 9 del viadotto che provocò la morte degli automobilisti che precipitavano nel vuoto e alcuni dipendenti dell’azienda municipale di smaltimento dei rifiuti che lavoravano nella isola ecologica ospitata sotto le campate.
Alla riunione oltre a Mion erano presenti l’amministratore delegato di Aspi Giovanni Castellucci, il direttore generale Riccardo Mollo, Gilberto Benetton, il collegio sindacale di Atlantia e alcuni altri tecnici e funzionari.

“Una banda di cialtroni”
Non si tratta di una novità assoluta. Alcune intercettazioni ambientali e telefoniche avevano già registrato questa sua preoccupazione quando il crollo del ponte era ormai storica. Alcuni vertici del gruppo si erano dimessi, tutti i dirigenti dell’epoca finirono sotto indagine in una inchiesta che al momento ha numerosi indagati. In queste stesse intercettazioni Mion criticava pesantemente la SPEA, la società del gruppo incaricata delle manutenzioni autostradali, definita ‘una banda di cialtroni’. L’associazione Vittime del Ponte Morandi che da anni segue il processo e l’inchiesta chiede una sentenza esemplare. Gli imputati sono 59…