Stava cercando le prove dell’adulterio del marito quando ha scoperto le immagini di pedofilia sul suo computer. La moglie incastra il coniuge e lo denuncia. In aula le conversazioni con l’allieva
In casa, sul suo computer, aveva conservati tantissimi file con foto e video pornografici di minori. Dopo che la moglie scopre tutto e lo denuncia, un uomo di 40 anni è finito sotto processo per detenzione di materiale pedopornografico. Il quantitativo estrapolato in ben tre diverse abitazioni dai carabinieri era talmente grande da richiedere l’utilizzo di diversi scatoloni per il sequestro.

Ma non solo, oltre alla mole di video e immagini, è saltata fuori anche la copia di alcune chat intrattenute dal docente A.S. con una sua ex alunna minorenne. Per questo fatto il professore era stato espulso dalla scuola in cui insegnava. A denunciare l’uomo nei primi mesi del 2020 è stata la moglie mentre cercava le prove di un tradimento da consegnare al suo legale.
La consorte che ha scoperto tutto, in passato era stata già tradita dal marito imputato e arrivata ormai alla fine del matrimonio, aveva deciso di rivolgersi all’avvocato per avviare le pratiche della separazione. Questa sarebbe dovuta essere consensuale e civile, ha spiegato in aula il legale della donna.
Pedofilia, incastrato dalla moglie: professore pedofilo finisce a processo
La moglie del professore pedofilo, sotto suggerimento del suo legale, inizia a cercare le prove di un possibile adulterio da parte del marito. Le prove dovevano servire per accertare l’infedeltà del coniuge durante la causa di separazione. Ma durante la “perquisizione” del pc del coniuge, la moglie scopre una verità agghiacciante.

Approfittando dell’assenza momentanea da casa del marito, la moglie inizia a cercare nello studio, stanza in cui lei non doveva assolutamente mai entrare senza consenso del coniuge, e, accende il computer. La donna trova i fogli sulla quale erano trascritte intere conversazioni con una ex studentessa minorenne e due chiavette usb che ha poi consegnato al suo avvocato.
Il legale della donna, dopo aver visionato il contenuto delle due chiavette, ha fermato la causa già avviata della separazione consensuale e ha accompagnato la sua assistita a sporgere denuncia presso la caserma dei carabinieri contro l’ex marito. I militari, visto il materiale, suggeriscono alla donna di non dire nulla al marito, in modo tale che le indagini potessero proseguire indisturbate. Il primo luglio di quell’anno (2020), scattano le perquisizioni. Tre le case sottoposte a perquisizione: l’abitazione familiare dell’imputato, quella della madre e anche un’altra casa in fase di ristrutturazione appartenente al prof. pedofilo. Tutte e tre le perquisizioni abbiamo trovato del materiale.
Le testimonianze e le chat con l’allieva minore
In aula il carabiniere ha parlato delle tre perquisizioni svolte nelle case dell’imputato, dicendo, come riporta Il Messaggero: “Abbiamo spiegato cosa stavamo cercando e chiesto di consegnarci il materiale. Lui ha consegnato qualcosa e la restante parte abbiamo proceduto a prelevarla noi perché era tanta”.

Nell’aula del tribunale di Roma la testimonianza dell’avvocato della donna ha riferito: “C’erano sia foto che immagini in movimento ritraenti bambini. Ho aperto solo un file per ogni chiavetta usb, poi per paura di contaminare ho chiuso tutto in una busta che ho fatto firmare alla signora”. Inoltre, sempre il legale ha raccontato anche della conversazione Messenger con l’ex allieva minorenne del docente. “Mi sono reso contro che non si trattava di un tradimento, ma di un problema serio perché riguardava un atteggiamento che aveva riservato a questa studentessa minorenne”.
Proprio a seguito del comportamento che il professore aveva intrattenuto con la ex studentessa mentre insegnava in un istituto religioso, era stato espulso dalla scuola, dopo che i genitori della ragazza avevano scoperto i messaggi. I due si erano rivolti al preside dell’istituto denunciando l’accaduto. Per questa storia, però, non risultano procedimenti penali a carico del professore.