L’inchiesta da Covid-19 coinvolge altri protagonisti della scena politica e non solo: spiccano altre figure importanti come l’ex ministro Speranza.
La Procura di Bergamo ha di fatto trasmesso a Roma lo stralcio dell’inchiesta che riguarda il Covid-19 e la zona rossa non certificata in Valseriana. Proprio per questa storia è indagato l’ex ministro della Salute Roberto Speranza, ma ora emergono altri esponenti della politica nazionale.

Indagati anche Giulia Grillo, Beatrice Lorenzin e altri sette funzionari del ministero della Salute. L’accusa è omissione di atti d’ufficio e mancato aggiornamento del piano pandemico. All’interno del fascicolo d’indagine, inerente alle presunte false comunicazioni all’Oms, ci sarebbe anche Ranieri Guerra, esponente numero due proprio dell’Organizzazione mondiale della sanità.
Chi sono i protagonisti della vicenda
La situazione è differente, almeno quella relativa alla posizione inviata a Roma, che riguarda Silvio Brusaferro, presidente dell’Istituto superiore di sanità. Si tratta di una personalità indicata come responsabile di truffa per conseguimento di erogazioni di natura pubblica.
Per Speranza, Grillo e Lorenzin si tratta di indagini per omissioni in atti d’ufficio, uno stralcio dell’inchiesta della Procura di Bergamo che riguarda la gestione della pandemia nella provincia maggiormente colpita dal virus. Il trasferimento è determinato da motivazioni di competenza territoriale. Sono 13 in totale gli indagati la cui posizione è stata trasmissione dalla Procura di Bergamo a quella di Roma lo scorso mese di novembre.

Al centro delle indagini ci sarebbero le prime fasi della pandemia. Fra gli altri indagati, sui quali pende l’ipotesi di reato di omissioni in atti d’ufficio, nello specifico mancato aggiornamento piano pandemico e omissioni dei piani dettagliati, ci sarebbe anche Giuseppe Ruocco. Si tratta del direttore generale della Direzione Prevenzione Sanitaria nei periodi 2012-2014 (come presidente) e 2017-2021 in qualità di segretario generale del ministero della Salute.
Fra i nomi spiccano anche Maria Grazia Pompa, direttrice fino al 2016 dell’Ufficio, insieme a Ranieri Guerra e Francesco Paolo Maraglino (direttore Ufficio 5 della Direzione Prevenzione Sanitaria). Maraglino e Guerra risultano accusati di falsità ideologica, inerenti ai falsi dati comunicati a Oms e alla Commissione Europea. Le accuse riguardano anche Claudio D’Amario, Loredana Vellucci e Mauro Dionisio. Accuse di truffa, in merito al conseguimento di erogazioni pubbliche, per il presidente dell’Iss Silvio Brusaferro.
La posizione di Conte e altri protagonisti
Intanto il Tribunale dei ministri di Roma ha deciso di archiviare la posizione dell’ex presidente Giuseppe Conte e di altri protagonisti di quel Governo: si tratta degli ex ministri Alfonso Bonafede, Luigi Di Maio, Lorenzo Guerini, Luciana Lamorgese, Roberto Gualtieri e Roberto Speranza. Si tratta di personalità politiche denunciate da associazioni dei familiari di vittime, consumatori, così come da alcuni sindacati. Al centro della vicenda ci sarebbe la gestione della pandemia.
“Deve ribadirsi che, soprattutto in una situazione di incertezza come quella sopra descritta, non era esigibile da parte degli organi di governo l’adozione tout court di provvedimenti in grado di impedire ogni diffusione dei contagi […] Che non tenessero conto della necessità di contemperare interessi diversi. C’è in particolare la tutela della salute e la tenuta del tessuto socio economico della collettività“, si legge nella nota del tribunale.

I rappresentanti dell’ex esecutivo erano indagati in ogni caso per epidemia colposa e omicidio colposo. Ciò è diretta conseguenza delle denunce, partite già da marzo 2020, “relative a ritardi del Governo e inefficienze nelle misure restrittive e organizzative per fronteggiare l’emergenza Covid“.
Si archivia quindi la denuncia dei familiari di vittime e dei sindacati che avevano chiesto di aprire nuove indagini sull’esecutivo che aveva gestito il periodo di pandemia da Covid-19. L’epidemia non può “dirsi provocata dai rappresentanti del governo“, si legge nel tribunale dei ministri.