Belgrado, sotto shock: lutto e pressioni per cambiare la legge sulle armi

Nove morti, sette feriti di cui tre in condizioni gravissime, il bilancio della strage avvenuta in una scuola elementare di Belgrado il cui responsabile è un ragazzo di 13 anni

La Serbia è ancora sotto shock rispetto a quello che è successo mercoledì a Belgrado dove Kosta Kecmanovic, 13 anni ha fatto fuoco tra i compagni di scuola uccidendo nove persone.

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Le forze di pronto intervento dopo la strage nella scuola – Credit ANSA (QNM)

Un bilancio ancora provvisorio considerando che almeno due feriti versano in condizioni gravissime. Il paese ancora per tutta la giornata di ieri non parlava d’altro, di una tragedia non annunciata. Ma molti opinionisti sottolineano che le sparatorie in tutta la Serbia sono considerevolmente aumentate nel corso degli ultimi anni, di pari passo con la vendita di armi automatiche.

Belgrado, sparatorie di massa anche in Serbia

Una questione che per la verità non è solo serba. Considerando i dati allarmanti che arrivano anche dagli Stati Uniti dove dall’inizio dell’anno ci sono state decine di sparatorie di massa che hanno coinvolto, ferito o addirittura ucciso più di quattro persone. In qualche caso vicende determinate da episodi di follia.

Come quanto accaduto in un asilo dove diversi bambini sono caduti sotto i proiettili di una donna con disturbi mentali armata con un fucile. Scene drammatiche anche in una banca, dove un giovane dipendente ha fatto fuoco su alcuni colleghi dopo il licenziamento. Numerose vittime di una sparatoria anche a una festa di compleanno di una 16enne…

Ma quella di Belgrado è una delle tragedie più gravi mai avvenute in Serbia dai tempi della guerra civile.

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La disperazione dei familiari delle vittime – Credit ANSA (QNM)

La ricostruzione

Ormai quello che è accaduto è stato ricostruito tra le immagini delle videocamere e numerose testimonianze. La strage è avvenuta a Vračar, uno dei quartieri più eleganti della capitale serba.

Kosta è arrivato a scuola con due pistole di piccolo calibro sottratte alla cassaforte di casa. Ma aveva anche numerosi caricatori e quattro bottiglie incendiarie che aveva confezionato personalmente in garage seguendo un tutorial on line… Appena arrivato a scuola ha sparato al sorvegliante, poi a due ragazze, quindi ad altri studenti in un’aula di storia, a una insegnante e ad altri ragazzi che sentendo i colpi sono usciti dalle loro aule.

Solo a questo punto il baby killer è uscito all’esterno ricaricando l’arma per fare nuovamente fuoco. Poi si è seduto e ha atteso l’arrivo della polizia cui si è consegnato senza opporre alcuna resistenza.

Non andrà in carcere

Sulla base delle leggi serbe Kosta Kecmanovic non potrà stare in carcere. Potrebbe tornare a casa già oggi, affidato forse ai nonni materni. In carcere invece resterà il padre per mancata custodia delle sue armi. Non solo. Il padre, sotto shock, ha rivelato di essere andato alcune volte al poligono di tiro con suo figlio.

La Serbia intanto discute. Se sia giusto che il ragazzo non sia perseguibile dopo un crimine così orrendo. Ma anche se sia lecito che nel paese la compravendita delle armi sia oggetto di una tale liberalizzazione.

Le statistiche dicono che nel paese esistono ben 39 pistole o armi da fuoco denunciate ogni 100 abitanti. In Serbia sono stati dichiarati tre giorni di lutto.