Lo scenario dei danni in Emilia-Romagna è devastante: 8 miliardi di euro previsti per la ricostruzione post alluvione e un secondo “Piano Marshall” alle porte. Intanto per oggi si segnala ancora allerta rossa
Come nel dopoguerra lo scenario che si palesa dopo l’alluvione che ha colpito l’Emilia-Romagna è pauroso. Non dal punto di vista delle perdite umane, anche se il maltempo ha portato ben 14 vittime e oltre 26mila sfollati, ma per i danni causati a case, edifici, strade e aziende.

Tutto è da ricostruire da capo. Una sfida immane che sarà divisa in numerosi step. Il mese di maggio 2023 segna una spaccatura decisiva tra il prima e il dopo che rimarrà indelebile nella storia emiliano-romagnola dagli Appennini al mare. E le case sono il primo problema da affrontare per riportare la tragica situazione alla normalità.
Il governo di Giorgia Meloni è pronto con il Decreto Emilia che sarà presentato il prossimo martedì, 23 maggio durante il consiglio dei ministri convocato appositamente per l’emergenza. Nel frattempo dopo qualche ora di tregua anche per oggi, lunedì 22 maggio 2023, continua l’allerta rossa in Emilia-Romagna.
Alluvione Emilia-Romagna: previsto un secondo Piano Marshall da 8 miliardi di euro
Dopo la visita della premier Giorgia Meloni alla regione alluvionata avvenuta ieri, domenica 21 maggio, si pensa ora a un massiccio intervento di ricostruzione diviso in due fasi. I primi aiuti serviranno per l’emergenza. Successivamente arriveranno i soldi per la ricostruzione. Nella proposta, Meloni vorrebbe nominare commissario per l’emergenza il presidente della Regione Stefano Bonaccini.

Saranno stanziati da subito circa 100 milioni di euro. La lista dei comuni maggiormente colpiti dall’alluvione sono le province di Forlì, Cesena e Ravenna. Ma per ricostruire tutto si stimano miliardi di euro. Secondo Il Resto del Carlino ben 8. Per l’attuazione del Decreto Emilia le modalità previste potrebbero essere quelle usate per il modello Covid, ovvero rendendo gratuito l’accesso ai prestiti del Fondo Centrale per le Imprese alle quali le aziende si sono affidate anche durante il periodo di pandemia.
I soldi, come riporta anche Open, verranno attinti dal Fondo di solidarietà per le emergenze dell’Unione Europea ma per ottenere i soldi servirà una stima chiara dei danni. Al momento i danni stimati dai tecnici della Regione ammontano all’incirca a 4-5 miliardi di euro ma per molti si parla anche del doppio.
Le frane e l’acqua che ancora oggi spaventa
L’Appennino è distrutto dalle continue frane: 300 al momento. Le continue ed incessanti piogge hanno anche cambiato la morfologia di montagne e colline. Si dovrà far fronte anche ai nuovi smottamenti sorti. Saranno necessarie le casse d’espansione che l’Emilia-Romagna finora ha usato in piccole dosi.

Intanto oggi riaprono le linee ferroviarie tra Forlì e Rimini e quella tra Rimini e Ravenna. L’obiettivo è riaprire tutta la linea prima del ponte del 2 giugno. Mentre per la riapertura delle linee ferroviarie Faenza-Ravenna e Ferrara-Ravenna ancora niente previsioni, i binari rimangono ancora sommersi dall’acqua.
Ed è l’acqua che anche oggi spaventa. Il sindaco di Ravenna, Michele De Pascale, raggiunto dal Corriere della Sera ha dichiarato: “Una corsa contro il tempo per fermare l’acqua che marciava dritta verso Ravenna. Era chiaro che un’onda d’urto devastante sarebbe arrivata in pianura. Abbiamo evacuato migliaia di persone e installato 50 pompe idrauliche per scaricare acqua nei canali già gonfi. Abbiamo cercato di guadagnare ore e alla fine abbiamo impedito all’acqua di arrivare fino a centro città”. Intanto gli interventi dei Vigili del Fuoco svolti sono già più 4 mila: 1.148 a Bologna, 2.089 a Ravenna, 1.362 a Forlì Cesena, 364 a Rimini. La situazione rimane ancora critica nel Ravennate dove scarseggiano acqua e cibo.