Alfredo Cospito è al regime 41-bis, trasferito di recente dal carcere di Sassari-Bancali a quello di Opera: perché il suo caso sta scatenando grandi polemiche. La sua storia e i problemi con la giustizia per l’anarchico della Fai.
Cospito è l’anarchico di cui si sta parlando da mesi, un uomo le cui discussioni passano dalla politica ai social, senza dimenticare trasmissioni televisive, articoli di giornale e approfondimenti di vario genere. Un caso intricato, che parte da molto lontano, con ripercussioni che arrivano fino al presente.

Le gesta dell’anarchico sono diventate tema centrale per scambio di accuse anche di natura politica, non senza conseguenze anche per il Governo guidato da Giorgia Meloni. La storia di Cospito parte da molto lontano e affonda le radici nel movimento della Federazione anarchica informale.
Chi è Alfredo Cospito
Alfredo Cospito è nato a Pescara nel 1967 ed è residente nel quartiere San Salvario a Torino. Si tratta del primo anarchico a finire al regime di 41-bis, una misura disposta a maggio 2022 per la durata di quattro anni. Gli inquirenti ritengono che sia uno degli elementi di spicco del movimento anarchico torinese. Proprio il suo nome compare nelle inchieste sin dalla metà degli anni Novanta.
Cospito è redattore del foglio anarchico rivoluzionario Kn03 che non circola più dal 2008 insieme alla sua compagna Anna Beniamino, anche lei in carcere (a Rebibbia). Gli investigatori ritengono che l’uomo sia uno dei leader della Federazione anarchica informale. Si tratta di un movimento, composto da vari gruppi, dedito all’intimidazione rivoluzionaria, accusato in diverse circostanze di associazione per delinquere con finalità di terrorismo.

Da oltre quattro mesi sta conducendo una lotta contro la decisione del carcere duro e non accenna a placarsi la protesta di un prolungato sciopero della fame. Proprio lo scorso dicembre il Tribunale di Sorveglianza ha respinto il reclamo avanzato dai legali per togliere la misura del 41-bis.
Perché si trova in carcere
Cospito è in carcere da 10 anni per aver gambizzato nel 2012 Roberto Adinolfi, amministratore delegato di Ansaldo Nucleare. Si tratta di un attentato all’epoca rivendicato dal Nucleo Olga della Fai mediante una lettera inviata al Corriere della Sera in seguito all’episodio. Cospito e il complice Nicola Gai sono stati arrestati praticamente poco dopo l’accaduto, il compagno è però tornato libero nel 2020 dopo uno sconto di pena in Appello.

Le accuse non finiscono però qui perché Alfredo Cospito è accusato anche dell’attentato del 2006 contro il Comando Scuola Allievi Carabinieri di Fossano, in provincia di Cuneo, avvenuto nella notte tra il 2 e il 3 giugno 2006. Due gli ordigni piazzati in altrettanti cassonetti dell’immondizia vicino lo stabile. Bombe dal basso potenziale che non hanno provocato vittime e feriti.
Proprio per quell’episodio Cospito è stato condannato in Appello a 20 anni di reclusione con l’accusa di strage, 16 anni e sei mesi per la compagna Beniamino. La Cassazione è andata invece oltre e ha ribadito come l’episodio sia una strage contro la sicurezza dello Stato, reato che prevede l’ergastolo ostativo. Di fatto non è previsto alcun beneficio per il detenuto. Da mesi vanno avanti le polemiche per la questione della legittimità costituzionale della decisione.
Lo sciopero della fame
Il caso Cospito è oggetto di numerose manifestazioni in varie città italiane come Milano, Roma, Torino, Bologna e Genova, soltanto per fare qualche esempio. Circa sei gli anni di detenzione nel carcere di massima sicurezza a Sassari, da aprile 2022 la scelta di mandarlo al regime di carcere duro, poi il trasferimento ad Opera (Milano).

Il motivo sarebbe da addebitare allo scambio epistolare con altri anarchici con i quali avrebbe mantenuto i contatti in tutti questi anni. Scritti inviati per la pubblicazione sulle riviste, senza dimenticare altri presunti incontri che avrebbe avuto con esponenti della criminalità organizzata (camorra e ‘ndrangheta nello specifico ndr).
Impossibile andare in palestra, accedere alla biblioteca, ricevere e inviare corrispondenze, così come le quattro ore di aria al giorno. La protesta è diventata di fatto un leit motiv per lo stesso anarchico che sta seguendo da oltre quattro mesi un prolungato sciopero della fame, non senza conseguenze per la sua salute.