La sanità dell’Abruzzo è in difficoltà a causa di un attacco hacker che ha colpito diverse strutture. Cosa si registra e perché non si tratta della prima volta.
Gli hacker entrano nei server di ambulatori, centri prelievi, radiologie reparti e pronto soccorso, così da bloccare prenotazioni e impedendo varie tipologie di prenotazioni. Gli attacchi informatici colpiscono anche il settore sanitario, nemmeno quello dell’Abruzzo fa eccezione.

Rubati i dati sensibili di tantissime persone con i risultati pubblicati anche in Rete. La sanità ne ha pagato le conseguenze, specialmente per le Asl di Alessandria, Messina, Padova e Torino, senza dimenticare quelli trafugati dai database del Fatabenefratelli Sacco con sede a Milano.
Cosa sta accadendo
L’attacco informatico va avanti dallo scorso 3 maggio, in questo caso specifico migliaia di dati dei cittadini sono stati rubati. Si registrano gravi disagi per l’Azienda sanitaria locale di Avezza-Sulmona-L’Aquila, con tanto di richiesta di riscatto per sbloccare la situazione.
L’Asl dell’Aquila non ha indicato tempi precisi per la soluzione del problema, ribadendo però che sarebbero a rischio i dati dei pazienti. Fra questi ci sarebbe anche la cartella clinica di Matteo Messina Denaro, ex latitante che si trova nel carcere abruzzese e che si sta curando per un tumore.

Sta di fatto che una parte di dati sarebbe già entrata in circolazione in Rete, ma questo è soltanto il segno di una minaccia che potrebbe diventare ancora più grave. Intanto i tecnici specializzati nella cybersicurezza stanno lavorando, ribadendo però di non sapere quando riusciranno a risolvere il problema.
Non mancano le tante testimonianze
Questa vicenda ha provocato in Abruzzo diversi danni, così come spiegato dal parente di un malato dell’Aquila. Disagi inevitabili con terapie bloccate e tempi prolungati per conoscere la diagnosi di alcuni esami. La donna ha spiegato che suo padre ha un tumore da cinque anni e si sta curando con l’immunoterapia. “Prima di ogni trattamento sono necessari gli esami del sangue per vedere se i valori sono giusti. Il 3 ha fatto il prelievo ma ci hanno detto che non si riuscivano a dati i dati sul computer. I risultati non sono arrivati e lui non ha potuto fare la terapia“, ribadisce la donna.
Per questo motivo, però, la donna ha deciso di rivolgersi ad un laboratorio privato non avendo altra soluzione, con tanto di inevitabili conseguenze di natura economica. Il figlio di un altro cittadino malato ha spiegato che suo padre doveva fare delle analisi urgenti per chiarire la natura di un problema di salute.

“I dottori avevano bisogno di risposte rapide per chiarire il problema che lo ha portato al pronto soccorso ma non potevano averle. E così è stato necessario un sacco di tempo per capire di che infezione si trattava. Anche far venire l’ortopedico in consulenza era difficile“, ha spiegato. Intanto gli hacker hanno chiesto un riscatto, iniziando al contempo a pubblicare sul web i dati delle persone malate.
Inevitabili i disagi che hanno messo a serio rischio la sicurezza sullo stato di salute di migliaia di pazienti in Abruzzo, così come in altre zone del Paese. Non si tratta del primo episodio, in questo caso però emergerebbe più di qualche criticità anche per prenotare esami di routine, quelli d’urgenza e altri controlli di tipo sanitario. Le testimonianze sono tante e per alcune si tratta di una corsa contro il tempo. In gioco c’è la vita che l’attacco hacker potrebbe mettere a serio rischio, senza dimenticare la violazione della privacy dei dati sensibili come quelli che riguardano la salute.