31enne ucciso a colpi di pistola. Non avrebbe pagato l’affitto di casa. Fermato il proprietario dell’abitazione

Un omicidio efferato avvenuto in provincia di Palermo: vittima è un 31enne ucciso a colpi di pistola. La sua “colpa” e non aver pagato l’affitto di casa al proprietario 77enne. Fermato l’uomo

Il delitto è avvenuto questa mattina in via Mulino al civico 32 nel rione Boccadifalco a Palermo. A perdere la vita è un giovane di 31 anni, Aleandro Guadagna, ucciso a colpi di arma da fuoco dal proprietario di casa. La sua colpa è quella di non aver pagato l’affitto al padrone, un 77enne che attualmente è stato bloccato dai carabinieri con un fucile in auto.

31enne ucciso
31enne ucciso per non aver pagato l’affitto di casa. Fermato il proprietario (@facebook) qnm.it

L’anziano è stato portato in caserma. Secondo le prime informazioni giunte sarebbe stato lui a sparare a Guadagna al culmine di una lite per motivi economici. Ora il presunto assassino sarà sottoposto a dei rilievi scientifici per verificare eventuali tracce di polvere da sparo sulle sue mani.

L’omicidio ha sconvolto non solo i residenti di via Mulino ma l’intero rione siciliano di Palermo. Dopo gli spari in strada sul posto sono arrivati gli uomini dell’Arma dei carabinieri che hanno isolato la zona e fatto partire immediatamente le ricerche per fermare il killer.

Ucciso 31enne per non aver pagato l’affitto di casa al proprietario. Fermato il presunto autore del delitto

Secondo quanto riportato, tra la vittima e il suo carnefice negli ultimi tempi non scorreva buon sangue. L’anziano proprietario di casa avrebbe discusso spesse volte, anche in modo furioso, con il suo affittuario Aleandro Guadagna sempre per lo stesso motivo: l’affitto non corrisposto al padrone dell’abitazione da parte del giovane 31enne.

31enne ucciso Palermo
Palermo, 31enne ucciso a colpi di pistola per non aver pagato l’affitto di casa. Fermato il proprietario (ansa) qnm.it

Questa mattina la scena che si palesa in strada davanti gli occhi attoniti di chi ha assistito all’agguato è atroce. La madre del 31enne urla il nome del figlio mentre guarda i carabinieri che stanno eseguendo i primi rilievi sul cadavere disteso per terra.

L’uomo è stato freddato proprio davanti la casa in affitto in cui abitava con la moglie e i figli. I rapporti tra Aleandro e il padrone di casa erano tesi già da diverso tempo. Secondo una prima ricostruzione sommaria del fatto, questa mattina il 77enne sarebbe uscito da casa sua per raggiungere via Mulino e affrontare l’inquilino. La discussione davanti l’ingresso dell’abitazione in pochissimo tempo sarebbe degenerata e portando il proprietario 77enne a imbracciare un fucile aprendo il fuoco sul giovane affittuario. Poi, è fuggito.

La lettera del presunto killer e i precedenti penali della vittima

Subito dopo il fatto i familiari della vittima hanno subito allertato il 112, un’ambulanza è arrivata poco dopo ma i medici non hanno potuto far altro che constatare il decesso del 31enne. Sulla scena del crimine dilaga la disperazione dei cari di Aleandro che lascia i figli orfani e una moglie vedova.

Le indagini sono seguite dai carabinieri del nucleo Investigativo, coordinati dal tenente colonnello Salvatore Di Gesare. Immediate le ricerche per trovare e fermare il presunto omicida. Alcuni testimoni hanno raccontato agli investigatori delle liti tra i due a causa degli affitti non pagati. Così le indagini hanno subito portato ad un’unica pista. I carabinieri sono arrivati a casa del 77enne, ma dell’uomo nessuna traccia. Ma i familiari del presunto assassino hanno raccontato di una lettera molto drammatica che l’uomo ha lasciato questa mattina prima di uscire da casa. All’interno della missiva il proprietario spiegava che stava andando a sistemare la “questione degli affitti non pagati” con Guadagna.

Aleandro Guadagna era noto alle forze dell’ordine dopo che il 23 luglio del 2015 aveva fatto parte di un commando che aggredì violentemente e rapinò in casa un non vedente. Il 31enne, all’epoca appena 25enne e con precedenti penali per rapina, venne poi arrestato dopo due anni. Quella volta a incastrarlo fu un’impronta ritrovata dai carabinieri a casa della vittima.