Alla vigilia della gara contro l’Inghilterra, il tecnico della Nazionale Roberto Mancini, ha parlato di Mateo Retegui, con un paragone “ingombrante”
La sua convocazione ha rischiato di creare un vero e proprio imbarazzo burocratico tra la nostra Federazione e quella argentina. Roberto Mancini ha voluto fortemente convocere Mateo Retegui in Nazionale. Tanto da spingere Gravina e tutta la Figc a muoversi in anticipo rispetto alla Federazione argentina. Oggi il centravanti del Tigre, che ha il doppio passaporto, è pronto all’esordio con gli azzurri.

Il suo nome ha destato curiosità e attesa. “Lo seguivo da tempo – aveva dichiarato nei giorni scorsi il ct Roberto Mancini – e avevo pensato di convocarlo, ma non pensavo accettasse. Invece appena gli ho chiesto la disponibilità, mi ha detto che avrebbe accettato di buon grado”. Dalle parole ai fatti, dalle promesse, alla convocazione e (forse) all’esordio. Mateo Retegui domani farà parte del gruppo azzurro che sfiderà l’Inghilterra, per la prima gara di qualificazione agli Europei del 2024. L’Italia, campione in carica dopo aver battuto proprio l’Inghilterra nella finale di Wembley di Euro2020, deve partire con il piede giusto e dimenticare la mancata qualificazione ai Mondiali in Qatar.
L’attesa è tanta, pari alla curiosità di vedere all’opera il giovane italo-argentino. Retegui è nato in Argentina a San Fernando (vicino Buenos Aires). Possiede il doppio passaporto grazie al nonno materno, nato e cresciuto a Canicattì. Il centravanti è cresciuto calcisticamente nel Boca Juniors, ed ha esordito in prima squadra all’età di 19 anni, nel 2018. Ha poi giocato nell’Estudiantes per un anno, al Talleres nella stagione 2020/2021, mentre nel 2022 si è trasferito al Tigre. Lo scorso anno ha segnato 19 gol in 27 partite, mentre in questa stagione ha messo a segno sei reti nelle prime otto gare.
Retegui, storia e paragoni

Retegui è un attaccante centrale, un “centravanti vecchia maniera”, come lo ha definito Roberto Mancini. Quando gli è stato chiesto un giudizio sui suoi primi allenamenti, il ct azzurro ha detto: “Arrivare così dall’Argentina all’Italia, e non in una squadra di club, non è così semplice. Un po’ di tempo ci vuole, ma il ragazzo è educato e sveglio. E’ un bravo centravanti, giovane, abbiamo una grande fiducia e dobbiamo dargli un po’ di tempo”. Poi la dichiarazione che ha stupito tutti. Il tecnico dell’Italia si è lasciato andare ad un paragone molto forte. Parlando di Retegui infatti, Mancini ha ricordato uno degli attaccanti argentini più forti nella storia, capace di lasciare il segno in Italia: “Chi mi ricorda? Tutti dicono che somiglia a German Denis (attaccante che in Italia ha vestito le maglie di Napoli e Atalanta ndr.), ma a me ricorda molto il primo Batistuta, quando arrivò in Italia. Chiaramente è un ragazzo giovane e ha bisogno di tempo e di crescere. Ma credo non ci metterà molto ad ambientarsi”.