E’ iniziata la lunga vigilia di Italia-Germania, semifinale di fuoco che riempirà lo stadio Narodowy di Varsavia giovedì sera. Gli azzurri hanno ancora in testa la notte di Kiev, una interminabile via crucis che ha regalato le semifinali europee dopo la maratona contro l’Inghilterra. Ottima prestazione, ottime individualità, è mancato solo il gol alla truppa di Prandelli, la giusta cattiveria, quella dose di cinismo che ti permette di fare la differenza e chiudere partite rognose con grande anticipo. Inutile nascondere come l’inedia in attacco degli azzurri sia il tema centrale che monopolizza le conferenze stampa.
“Aggredire la Germania” è l’ordine di Prandelli
Se fosse stata una partita del girone eliminatorio sarebbe terminata con l’ennesimo pareggio (gli azzurri ne hanno impattate ben 9 su 12 dai Mondiali 2006) e il pareggio, questa volta sarebbe stato amarissimo da digerire visto il volume di gioco creato da Balotelli e compagni, una beffa su tutta la linea. Contro la corazzata tedesca, lo spirito dovrà essere quello espresso lunedì sera ma le occasioni dovranno essere sfruttate al meglio. I panzer di Lowe sono un’altra cosa rispetto ai Leoni inglesi. Sono forti fisicamente, molto più giovani anagraficamente, fattore che potrebbe fare la differenza su gare lunghe, giocano a memoria, non hanno punti deboli e soprattutto non hanno dimenticato l’affronto di Berlino nel 2006 quando gli azzurri eliminarono i padroni di casa in semifinale. Speriamo che questa sia una riedizione in tutto e per tutto di quel match indimenticato, di certo l’Italia dovrà fare gli straordinari se vorrà prendersi la finale. “Siamo obbligati ad aver coraggio, a giocare, continuando per 90 minuti a crederci. Per tanti di questi ragazzi è la prima volta che si rendono conto di avere qualità straordinarie, ma ora abbiamo sicurezza e conoscenza dei nostri mezzi. Contro la Germania dovremo mettere in campo una squadra atleticamente viva, ci sarà da lottare, manca tanto per arrivare a quel livello. Però non ci sono squadre invincibili, sebbene loro e la Spagna siano davvero forti. Però dobbiamo star lì, sfruttando le loro poche debolezze. La preparazione dovrà essere improntata sui particolari: il mio pensiero è all’analisi sui giocatori da recuperare e sui filmati dei tedeschi, non possiamo fare tanti pensieri. Usciremo vincitori se non penseremo troppo. Loro giocano con una punta e con due esterni, la tattica è l’ultimo dei problemi. Siamo stati bravi, anche durante le gare, a dare equilibrio” – le parole di Prandelli consapevole della forza e compattezza azzurra. Se tutti dicono un Germania-Spagna come finale, l’Italia resta la sorpresa del torneo, un’outsider scomodo in grado di mettere in difficoltà chiunque.
L’importante è creare, meglio però non sprecare
Il ct di Orzinuovi guarda l’altra faccia della medaglia e non sembra preoccuparsi della quantità di palle sprecate contro i britannici. Prandelli al contrario ha posto l’accento sulle azioni create e sulla spinta, inesauribile, degli azzurri che hanno letteralmente schiacciato Rooney e soci davanti ad Hart: “Abbiamo tirato verso la porta 35 volte, 20 nello specchio, fosse sempre così, vinceremmo nove partite su dieci, al di là del fatto che il gol non sia arrivato, contro l’Inghilterra. In attacco le scelte che ho fatto sono state all’insegna della continuità del progetto tattico. Se Cassano resta un punto fermo? La partita di ieri era la più difficile per Mario e Antonio, perché difesa e centrocampo avversari avevano le linee molto vicine. Dopo tanti mesi di inattività, alla quarta partita di fila, può aver pagato sul piano del ritmo gara. Ma averne di giocatori così, di qualità. Poi quando avrò capito come staremo in campo giovedì, farò le mie scelte. Se l’ultimo salto di qualità va fatto in attacco? Dobbiamo migliorare nei tempi di gioco, perché il possesso palla non ci dà profondità. Balotelli? Mi è piaciuto, perché ha fatto quello che gli ho chiesto. Poi in 4-5 occasioni è mancata lucidità, ma la prestazione è stata convincente” – ha concluso il ct.