Cambia il modo di vedere il segmento Crossover. In un mercato globale pieno di meltin pot come quello delle Maxi Enduro stradali, tra la BMW 1200GS, la Ducati Multistrada e la KTM 1200 Adventure si pone la Honda Crosstourer 1200. Il nuovo concetto si basa non sulle nuove forme, o sull’innovazione tecnologica, per quanto presente in grandi quantità. No, La casa Alata di Tokyo ha deciso che deve essere la prima ad offrire in questo settore motociclistico il motore con struttura 4 cilindri a V, di foggia normalmente sportiva, news eclatante se si considera a cosa viene applicato.
Per mantenere il filo classico delle sorelle, la Crosstourer sfrutta le soluzioni più in per quanto riguarda la tipologia “alte e da battaglia”: il cerchio anteriore da 19 pollici e i raggi, davanti e dietro. Il telaio è un perimetrale in alluminio, altro classico Giapponese. Il prezzo è di 14.200 Euro, a cui si possono aggiungere 1000 euro per ottenere il famoso cambio DTC automatico o sequenziale in presa diretta.
Il sistema si pone come obbiettivo il tentativo di interpretazione tramite algoritmi logici molto complessi dello stile di guida del conducente e dei calcoli standard, che consentono a questo cambio a doppiafrizione di avere innesti di marcia cosi fluidi da non essere quasi percepiti. La logica fondamentale di questo sistema è di avere un rapporto del cambio sempre impostato, mentre la seconda frizione si rapporta con un motorino passo-passo per innestare il rapporto superiore e lasciare la presa della prima frizione. Ovviamente a trasmettere il moto alla ruota abbiamo il classico albero a cardano, che essendo senza barre risulta molto fluido come linea.
Il motore è una derivazione diretta del propulsore che equipaggia il VFR, ammiraglia da viaggio della Honda. Parliamo di un 4 cilindri a V di 76°, con una fasatura e quindi un incrocio di valvole minore che aiuta i regimi più bassi a fornire coppia, perdendo solo una manciata di cavalli agli alti regimi. In questo modo si ottiene un propulsore in grado di erogare 129 cavalli a 7750 giri e 126 Newton/metro di coppia a 6500 giri.
Integrato al sistema di iniezione della centralina troviamo il TCS regolabile insieme al Ride By Wire, che lavora solo sulle farfalle senza mai infastidire l’accensione, risultando molto meno fastidioso di sistemi che puntano più sulla sportività che sul comfort. Il tutto ovviamente disinseribile.
Il resto del telaio vede una Forcella Upside down da 43 millimetri di diametro con regolazioni di precarico e estensione, che sostengono dei dischi da 310 mm e delle pinze a 6 pistoncini, che offrono sufficiente mordente a fermare questa moto che non è proprio un peso piuma, anche grazie al sistema Combined ABS della Honda, che utilizza un sistema di frenata ripartita attivando anche il freno che non si utilizza in caso di frenate brusche.
Questo nuovo concetto di Sport Touring ha il suo fascino, e non si può non dire che avere un motore di foggia MotoGP non stuzzichi l’appetito di ogni motociclista che magari oltre ad usare la moto per il commuting settimanale casa-lavoro gradirebbe intraprendere tappe un pò più impegnative e, perchè no, fare anche lo “smanettone” ogni tanto. La Crosstourer 1200 vi fa fare tutto questo, e lo fa in piena sicurezza. Parola di Honda