La Honda CB600F Hornet ha da poco festeggiato i dieci anni del modello, che se consideriamo il mercato in continua evoluzione non sono proprio pochi. Mentre la MY 2007-2011 non era stata considerata proprio un capolavoro di restyling, la MY 2012 riprende le linee della sorellona CB1000, cambiando (non di poco) l’opinione degli estimatori di quella che resta l’ultima Naked classica del segmento, ossia un 600 quattro cilindri in linea frontemarcia. Noi la abbiamo provata, e non solo una volta, e adesso vi diciamo come ci è sembrato il piccolo capolavoro di casa Honda.
Di importante, se escludiamo il cambio estetico veramente poco riuscito, la MY 2007-2011 ha apportato modifiche tecniche che rispetto ai modelli precedenti hanno rivoluzionato la Hornet. Il “Calabrone” infatti prendeva dalla sorella carenata CBR600RR il motore, mentre prima era dotata dell’unità derivata dalla CBR600F, leggermente depotenziata per raggiungere i 100 cavalli alla ruota. Il telaio monotrave viene riprogettato per migliorare il feeling di guida, e viene trasformato in lega leggera per contenere il peso. Altra cosa guadagnata fu la forcella a steli rovesciati della Showa, che diventava (finalmente) regolabile nel precarico e nel freno in estensione, mentre al posteriore il mono prendeva oltre alla già presente regolazione del precarico anche quella del freno in estensione. Modifiche non di poco conto, se consideriamo che il pubblico medio della Hornet è abbastanza “Smanettone”.
Sembra scontato, ma il feeling di questa piccola Honda è proprio da… “Honda“. Salire in sella vuol dire dopo 5 minuti avere la parvenza di esserci da una vita. Le Honda sono sempre state famose per concedere immediatamente familiarità, e la Hornet è il punto massimo di questa capacità. La seduta in sella è comodissima, anche perché la sella resta abbastanza larga e neutra, cosi da non avere ne la classica posizione eretta da Enduro ne quella sdraiata da Sportiva. Questo rende qualsiasi tipo di manovra da fermo e in movimento lento facile e naturale, senza infastidire o mettere in difficoltà anche con il passeggero a carico.
Nel traffico la piccola naked sembra a casa sua, con il motore che gira regolare anche al minimo ed è pronto a farvi “bere” qualsiasi sorpasso appena superate la soglia dei 7000 giri. L’angolo di sterzo è degno di nota, e vi permette di passare anche in mezzo alle macchine senza dover inclinare la moto, e il cambio è sufficientemente a punto, nonostante lo stress del traffico lo indebolisca un pò, facendovi magari prendere qualche sfollata.
Ma il vero punto forte della Honda è che può trasformarsi da carrozzina da passeggio a prova di donna al manubrio a attrezzo sputafuoco ammazzasportive. Nel misto stretto infatti la forcella regolabile dona nuova linfa vitale a questa moto, che diventa precisa come un bisturi e rapidissima nei cambi di direzione. Il manubrio tende leggermente a muoversi nei tratti più veloci causa assenza dell’ammortizzatore di sterzo, che però sarebbe solo un impaccio visto che la moto resta gestibilissima anche ad andature di molto sopra il codice della strada. In due, nonostante la Hornet non sembri amichevole per la vostra donna, il risultato è migliore di quello che ci si aspetta, con una seduta passeggero dritta ma non troppo e degli ottimi appigli ricavati nella carena.
Che dire? la Hornet CB600F risulta nuovamente la più poliedrica naked in commercio, capace di fare tutto e soprattutto di farlo egregiamente. Se si considera che costa 7.655 euro FC (8200 con l’ABS), non meraviglia affatto che sia in cima alla lista delle TOP 100 vendute. Un acquisto sicuro, Made in Japan!