Quando si parla di dipendenti che si innamorano del capo, si pensa sempre che il capo in questione sia un uomo, ma il gioco dei ruoli è molto più complesso di quanto si possa pensare. Capita spesso infatti che il superiore sia una donna, e le donne in carriera, si sa, attizzano la fantasia maschile come poche cose al mondo. Un recente sondaggio effettuato dal club per single di Eliana Monti ha portato alla luce una situazione davvero intrigante: il 37% dei single ha ammesso di essersi innamorato del capo.
Questa statistica sfata il mito del superiore visto come una persona da odiare a tutti i costi, visto che una buona percentuale del campione di oltre 1500 iscritti al sito ha confessato che almeno una volta ha provato sentimenti nei confronti del boss. L’altro dato interessante, però, è la percentuale di quanti sono passati dall’amore platonico ai tentativi di conquista, sempre visti come cosa sconveniente in azienda.
Forse anche per paura dei giudizi, solamente il 7% dei single innamorati ha ceduto alla passione, mentre tutti gli altri hanno preferito confinare l’amore dentro se stessi per non rompere il delicato equilibrio dei rapporti di lavoro. Innamorarsi del capo non è come innamorarsi di un collega: se quest’ultima situazione può rivelarsi un errore fatale, quando di mezzo ci sono le alte sfere i rischi aumentano in maniera esponenziale.
Discrezione deve quindi diventare la parola d’ordine, sia per chi decide di tenere nascosti i propri sentimenti sia a maggior ragione per chi non rinuncia all’amore. La prima cosa da fare è analizzare il tutto per capire se l’attrazione nasce dalla persona e non dal ruolo che ricopre. Essere avventati è un azzardo da evitare, così come proporre un approccio troppo esplicito e aggressivo. Bisogna giocare di fino, e possibilmente condurre la partita fuori dal luogo di lavoro, per avere più libertà d’azione.
Come suggerito infine dagli esperti del sito, “l’importante è mantenere sempre un atteggiamento professionale perché nei sentimenti non c’è nulla di male, ma questi non devono mai interferire sull’attività lavorativa né tanto meno indurre favoritismi di sorta da parte del superiore”.