Rimborso 730: come si calcola?

Rimborso 730: come si calcola? Ci sono parecchie voci, nella dichiarazione dei redditi, che possono venire rimborsate o detratte. In particolare, ci concentriamo in questo caso sulle spese mediche, sulle spese per l’affitto e su quelle per un mutuo. Andiamo a vedere come calcolare il rimborso spese mediche 730 e cosa invece è possibile detrarre per una casa in locazione o per un mutuo.

Calcolo del rimborso 730 per spese mediche

Praticamente tutti, ogni anno, si ritrovano con diverse spese mediche da inserire nella dichiarazione dei redditi perché sono scaricabili. Anzi, le spese mediche sanitarie rappresentano una delle voci principali in tema di detrazione Irpef, solo che spesso risulta difficile calcolare e quantificare a quanto ammonta questa detrazione. Andiamo dunque a vedere come calcolare il rimborso spese mediche 730, che ha un tetto massimo.

Le spese mediche danno diritto a una detrazione d’imposta pari al 19% ed è prevista una franchigia pari a 129,11 euro. Facciamo un esempio pratico: se il contribuente ha dovuto sostenere spese sanitaria per mille euro (scontrini della farmacia, ricevute mediche, ticket), a questo importo bisogna sottrarre 129,11 euro; sulla cifra risultante, si calcola il 19%, che andrà a diminuire l’importo Irpef da pagare. 1000-129,11=870,89 euro, il cui 19% è 165,46 euro, che è la somma che si otterrà come rimborso per le spese mediche.

C’è da sapere anche un’altra cosa. Se le spese mediche sono superiori a 15.493,71 euro, si può suddividere la detrazione spettante in quattro quote annuale di identico importo. E’ una scelta volontaria ma, in caso di incapienza fiscale (ossia se la somma che spetta di rimborso è maggiore dell’Irpef da pagare), bisognerà obbligatoriamente dividere il rimborso in quattro rate.

Naturalmente, per poter usufruire del rimborso, bisogna conservare e allegare alla dichiarazione tutta la documentazione necessaria: scontrini, fatture, ricevute.

Calcolo del rimborso 730 per l’affitto

Qual è la percentuale di rimborso del 730 per l’affitto? Come si calcola? Cominciamo con il dire che stiamo parlando di spese sostenute per l’affitto della casa utilizzata come abitazione principale. Nel 730, le spese da portare in detrazione vanno inserite nel rigo E71-E72 dove sarà necessario inserire i dati della locazione, degli inquilini e la tipologia contrattuale. Cambiano infatti le soglie e le percentuali detraibili.

Detrazione Irpef di 300 euro per redditi non superiori a 15.493,71 euro. Detrazione Irpef di 150 euro per redditi superiori a 15.493,781 euro, ma inferiori a 30.987,41.

Detrazione di 991,60 per redditi inferiori a 15.493,71 euro. Detrazione di 495, 80 euro per redditi superiori a 15.493, 71 euro, ma inferiori a 30.987,41 euro. Nel caso in cui, durante la locazione, il contribuente cessasse di essere lavoratore dipendente, la detrazione non spetterebbe a partire dal periodo d’imposta successivo a quello nel quale non sussiste più tale qualifica. Il lavoratore deve essere titolare di un contratto di locazione di qualunque tipo, di unità immobiliare adibita ad abitazione principale.

Detrazione di 961,60 euro per redditi fino a 14.493,70 euro.

Detrazione di 900 euro per redditi complessivi non superiori a 15.493,71 euro. Detrazione pari a 450 euro per redditi non superiori a 15.493,71 euro, ma non a 30.987,47 euro.

Detrazione Irpef del 19% su un importo non superiore a 2.633 euro.

Detrazione di 495,80 euro per redditi non superiori a 15.493,71 euro. Detrazione di 247,90 euro per redditi superiori a 15.493,71 euro, ma non a 30.987,41 euro.

La detrazione non è applicabile per i contratti di locazione tra enti pubblici e contraenti privati.

Calcolo del rimborso 730 del mutuo

Oltre alle spese mediche, un’altra voce molto comune nel 730 è quella relativa agli interessi passivi sul mutuo per la prima casa. Possono essere portati in detrazione del 19% Irpef, a patto che riguardino l’acquisto dell’abitazione principale del soggetto o di un familiare con le modalità e i limiti fissati dal legislatore fiscale. Devono essere indicati nel quadro RE e nei righi da E7 a E11 per il pagamento delle imposte. Non possono superare l’importo di 4 mila euro.

Non solo la quota di interessi passivi è detraibile, ma anche gli oneri accessori connessi alla stipula del mutuo con la banca e le commissioni che sono state pagate alle banche per l’intermediazione. E poi: gli eventuali oneri fiscali e spese aggiuntive come l’imposta di iscrizione o cancellazione di ipoteca e l’imposta sostitutiva sul capitale prestato, la provvigione per lo scarto rateizzato, le spese notarili sostenute per istruire la pratica e di eventuali perizie tecniche, l’apertura di un conto corrente accessorio. Niente da fare invece per eventuali polizze sull’immobile o a vita. Naturalmente, l’acquisto della casa su cui accendiamo il mutuo deve essere avvenuto nell’anno di imposta anteriore all’accensione o in quello successivo.

Non tutti i contratti di mutuo, però, danno diritto alla detrazione degli interessi passivi pagati come, per esempio, quelli stipulati nel 1991 o nel 1992 per motivi diversi dall’acquisto della propria abitazione come per la ristrutturazione della propria abitazione, oppure per i mutui stipulati a partire dal 1993 per l’acquisto di una residenza secondaria, o ancora per i mutui stipulati nel 1997 per ristrutturare gli immobili e i mutui ipotecari stipulati a partire dal 1998 per la costruzione e la ristrutturazione edilizia dell’abitazione principale.

Infine, non rientrano tra le spese detraibili gli interessi passivi che derivano da aperture di credito bancarie, cessione dello stipendio per finanziamenti diversi da quelli relativi a contratti di mutuo, quelli che derivano da mutui che eccedono il costo dell’immobile.

La formula da applicare per calcolare gli interessi passivi da portare in detrazione è questa: Costo di acquisto immobile x interessi passivi pagati /capitale erogato a titolo di mutuo. Il risultato va poi moltiplicato per 19 e poi diviso per 100.