Decreto sviluppo, cosa cambia per i consumatori

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Dopo la fase del Salva Italia, il governo Monti ha approntato nei dettagli quella che sarà la seconda fase del mandato, dedicata alla crescita. Il decreto sviluppo sta monopolizzando il dibattito politico nelle ultime settimane, e prevede misure dedicate a tutti i comparti sociali e produttivi. La norma più “celebre” è quella che porta la detrazione fiscale per le ristrutturazioni dal 36% al 50%, con innalzamento del monte totale cui si applica il bonus fino a 96mila euro. Questa però non è l’unica misura prevista. Vediamo allora cosa potrebbe cambiare in concreto per i consumatori.

Non c’è dubbio che la sezione dedicata all’edilizia e agli immobili sia quella più sostanziosa nell’ambito del decreto. Non ci saranno però solo incentivi e bonus per privati e imprese, perché una parte importante della riforma è composta dalla cosiddetta spending review, che sulla carta dovrebbe razionalizzare le spese pubbliche (dall’amministrazione alla politica passando per la sanità), consentendo la creazione di un tesoretto da reinvestire nella crescita. Qualcosa potrebbe ancora cambiare, ma ecco i possibili vantaggi per i consumatori.

Incentivi: il governo ha messo in campo un sistema di razionalizzazione degli incentivi e delle agevolazioni, cancellandone alcuni considerati ormai obsoleti per creare un fondo dedicato alla crescita e all’occupazione.

Assunzioni: viene introdotta un’agevolazione per chi deciderà di assumere giovani laureati con profilo alto, con credito di imposta fino al 35%.

Mini bond: un sistema per consentire alle piccole e medie imprese di trovare una nuova fonte di finanziamento, utilizzando i canali finanziari pur non essendo società quotate in borsa.

Infrastrutture energetiche: via libera alla realizzazione di infrastrutture energetiche, già approvate con la procedura di valutazione di impatto ambientale, ma sulle quali pesa ancora il veto delle amministrazioni regionali. Gli investimenti privati nel settore dovrebbero ammontare a 10 miliardi di euro, con ricadute anche sull’occupazione.

Idrocarburi: una delle norme più controverse prevede la modifica del limite del perimetro delle aree costiere protette, con riduzione da 12 fino a un massimo di 7 miglia.

Rifiuti: prorogata al 31 dicembre 2013 l’entrata in vigore di Sistri, sistema di controllo della tracciabilità dei rifuti, per consentire ulteriori verifiche di sistema.

Processi: viene stabilito il principio della “ragionevole durata”. Questo significa che un processo non potrà estendersi oltre i sei anni per la sentenza definitiva, suddivisi in tre anni per il primo grado, due per l’appello e uno per la Cassazione.

Fallimento: il governo ha previsto un pacchetto antifallimento, che contiene agevolazioni per le aziende colpite dalla crisi, ma con prospettive ragionevoli di ripresa. Queste non saranno più obbligate a dichiarare il fallimento ma potranno ricorrere al concordato preventivo.

Fondo per i poveri: il decreto istituisce un fondo dedicato alle fasce più deboli della popolazione. Prevede la distribuzione di derrate alimentari in collaborazione con le organizzazioni di solidarietà.