Frankenstein Junior torna al cinema (di nuovo), era già accaduto nel 2013, questa volta tornerà in versione digitalizzata e restaurata. Un invito irresistibile per i tanti fan dall’amata pellicola, diventata un cult con gli anni.
La commedia di Mel Brooks tornerà nelle sale italiane per tre notti, l’invito fatto, è quello di indossare gli abiti degli attori, munirsi di gobbe, candele e mantelli, e immergersi nel buio della sala facendosi completamente trasportare da uno dei film più acclamati di sempre.

Mel Brooks che con i suoi 96 anni ancora tiene duro, e può vedere confermata la sua massima: “Ridi e il mondo riderà con te. Ridere fa bene alla vita, posso assicurare che chiunque vedrà i miei film vivrà da 2 a 5 anni in più degli altri. Ridere riattiva la circolazione e rinfresca il sangue”, genio indiscusso della comicità con una dozzina di film come regista e una cinquantina come attore, passando per i successi del teatro e l’enorme quantità conferme ricevute negli anni. La sua comicità, assurda e surreale, ha conquistato il pubblico di tutte le generazioni.
Frankenstein Junior torna al cinema
Le sue battute sono diventate dei tormentoni, chiunque abbia visto Frankenstein Junior almeno quel paio di volte (minimo) avrà sicuramente pronunciato almeno una volta: “Che lavoro schifoso. Potrebbe essere peggio. E come? Potrebbe piovere”. Naturalmente poi iniziava a piovere, stiamo parlando del frammento di Frankenstein in cui il Dottore e Igor (Aigor) stanno disseppellendo una bara. Oppure ancora: “Lupu ulula. Lupululà? Là! Cosa ? Lupu ululà e castello ululì! Ma come diavolo parli? È lei che ha cominciato. No, non è vero! Non insisto. È lei il padrone”, mentre Igor li trasporta con la carrozza fino al castello, una volta prelevato il dottore alla stazione.
Oppure ancora, quando decide di far presente che potrebbe intervenire sulla gobba di Igor: “Sono un chirurgo di fama mondiale, posso fare qualcosa per quella gobba. Quale gobba?“. Sicuramente, la battuta più nota, quella che non può mancare sulla bocca di qualunque fan, è: “Si può fare!”. Mel Brooks non è il ‘papà’ solo di Frankenstein Junior, la sua filmografia comprende altri enormi successi, come ‘Per favore non toccate le vecchiette’, un film del 1968 con cui ottenne un Oscar, vinse inoltre 3 Emmy sia come attore che come autore, 3 Grammy e 3 Tony Award.

Frankenstein Junior, un successo senza tempo
‘Frankenstein Junior’ invece è una pellicola del 1974 che ha come protagonisti dei personaggi memorabili. Gene Wilder nei panni del Dottor Frankenstein (Frankenstin), Marty Feldman è Igor (AIGOR), il gobbo assistente. Poi c’è la terribile Frau Blücher, che fa tremare ogni cosa – soprattutto i cavalli – al solo nominarla, interpretata da Cloris Leachman mancata recentemente, nel 2021. La creatura, il terribile mostro, viene interpretato da Peter Boyle, Inga, assistente del dottore, innamorata di lui, è Teri Garr e la fidanzata del dottore, Elizabeth, ovvero Madeline Kahn. Il film venne scritto a due mani da Mel Brooks e Gene Wilder ed è stato campione di incassi confermando lo stile del regista con le sue parodie, come già fu per ‘Mezzogiorno e mezzo di fuoco’.
Frankenstein Junior è naturalmente la parodia del più noto Frankenstein di Mary Shelley. Parla del nipote del celebre medico, che vive e lavora negli Stati Uniti in un’università e rinnega le sue origini e il suo nome, si fa infatti chiamare Frankenstin. Un giorno riceve un invito, quello di un notaio, il quale gli chiede di raggiungerlo nel castello del nonno in Transilvania per via del testamento. Ed è proprio così che viene travolto dall’atmosfera del luogo e vede il polveroso laboratorio in cui lavorava il suo avo. Inizia quindi a pensare di poter mettere in pratica ciò che per tanto tempo aveva provato a rinnegare: seguire i passi del suo antenato.
Mel Brooks, ha voluto spiegare come nacque l’idea del film: “Ero nel mezzo delle ultime settimane di riprese per Mezzogiorno e mezzo di fuoco da qualche parte nella Antelope Valley, e Gene Wilder ed io ci stavamo facendo una tazza di caffè quando lui mi disse che poteva esserci un altro Frankenstein. Io dissi: “Non un altro ancora! abbiamo avuto il figlio di, il cugino di, il cognato di. Non abbiamo bisogno di un altro Frankenstein!”. La sua idea era semplice: cosa sarebbe successo se il nipote del dottor Frankenstein non avesse voluto aver niente a che fare con il suo illustre antenato. Anzi, provasse vergogna di questa parentela. Dissi: “Questo sì che sarebbe divertente”.
Il film è stato inserito nel 2003 nel National Film Registry, nella Biblioteca del Congresso degli Stati Uniti, per poter godere della sua visione sul grande schermo, potete già cercare nelle sale italiane, sarà possibile infatti rivivere questa splendida emozione dal 27 febbraio al 1 marzo.