La coscienza del popolo italiano dovrà fare i conti ancora per molti anni con quanto successo nelle stanze della scuola Diaz durante le giornate convulse del G8 di Genova. Era il 21 luglio 2001 e oggi, dopo oltre dieci anni, fa ancora effetto vedere in sala un film come Diaz – Don’t clean up this blood di Daniele Vicari, presentato nell’ambito del Festival internazionale del Cinema di Berlino.
Alla Berlinale il film di Vicari ha avuto un’accoglienza piuttosto strana, con i giornalisti dei giornali esteri straniti dall’urgente necessità di gettare una luce chiara su cosa sia accaduto quella notte. All’estero ormai la Diaz rappresenta una notizia vecchia, ma in Italia la ferita è ancora aperta. Quelle violenze ingiustificate hanno incrinato in maniera evidente il rapporto tra forze dell’ordine e gente comune.
Diaz – Don’t clean up this blood ha colpito il pubblico di Berlino come un pugno allo stomaco, non solo per i temi molto forti ma anche per la violenza esplicita delle immagini. Il regista Daniele Vicari non ha voluto nascondere nulla di quella brutta pagina della storia del nostro Paese, moltiplicando al tempo stesso i punti di vista per cerca un’oggettività nel caos irrazionale della violenza.
Il film uscirà nelle sale il 13 aprile 2012 e sembra davvero destinato a riaccendere un aspro dibattito sul G8 di Genova, su quel che accadde nelle strade e soprattutto alla Diaz e Bolzaneto. Il vero mistero ancora oggi è capire da chi venne l’ordine di picchiare senza distinzione gli ospiti delle due strutture, arrestando senza motivo giovani italiani e stranieri e sottoponendoli a violenze fisiche e psichiche senza precedenti. Il dito è puntato verso i piani alti della politica, ma ancora una volta il velo di omertà nasconde la verità su chi ha “premuto il bottone”.
Il film rappresenta come detto un racconto corale che mostra diversi punti di vista: un giornalista, una giovane avvocatessa tedesca, un manifestante violento, un anziano signore al posto sbagliato nel momento sbagliato, e infine un poliziotto cattivo ma non troppo, utile a dare anche il punto di vista interno alle forze dell’ordine evitando la faziosità. Vicari comunque è stato molto chiaro sul senso del suo progetto: “Ho fatto questo film perché fondamentalmente è successo un fatto inaccettabile che intacca i principi democratici del nostro Paese e di tutta Europa”.
Nel cast troviamo un giusto mix di attori italiani e stranieri, tra cui spiccano Jennifer Ulrich, Monica Barladeanu, Elio Germano, Claudio Santamaria (nella parte del cattivo, il poliziotto) e Pippo Delbono. Un film importante sulla “più grande sospensione dei diritti democratici in un Paese occidentale, dopo la Seconda Guerra Mondiale” (parola di Amnesty International). Ecco il teaser trailer ufficiale.