La Guardia di Finanza ha arrestato dieci persone per spaccio di sostanze stupefacenti: avevano inventato un modo unico per trasportare la droga
Il mondo dello spaccio è in continua evoluzione. I corrieri della droga molto spesso inventano veri e propri stratagemmi per trasportare le dosi da una parte all’altra dell’Italia, nel tentativo di smerciare nuovi quantitativi e provare a aumentare i propri guadagni. Ma l’escamotage che è stato scoperto dalla Guardia di Finanza di Torino è risultato inaspettato. E per certi versi clamoroso.

Gli inquirenti hanno smantellato un’associazione a delinquere, che aveva nello spaccio di sostanze stupefacenti la loro forma di guadagno più alta e redditizia. Gli “affari” riguardavano diverse province: Torino e Asti su tutti, con ramificazioni anche in Lombardia, Veneto, Toscana, Sicilia e Sardegna. La Guardia di Finanza ha sequestrato oltre 100 kg di droga che avrebbero generato introiti illeciti per 20 milioni di euro. Il modo in cui la droga veniva trasportata era davvero curioso.
Dieci le persone arrestate: sette sono state introdotte in carcere e tre agli arresti domiciliari. Su di loro pende l’accusa di far parte di una associazione per delinquere dedita al traffico e alla commercializzazione di ingenti quantitativi di sostanze stupefacenti, principalmente cocaina. Le indagini, avviate dal Nucleo di polizia economica finanziaria Torino nei primi mesi dello scorso anno, hanno consentito di raccogliere numerosi indizi riguardanti numerosi e plurimi reati.
Ecco come trasportavano la droga

Attraverso le indagini e le perquisizioni, si è arrivati a scoprire l’ingegnoso metodo di trasporto della cocaina, che veniva nascosta dai corrieri all’interno delle forme di Parmigiano. Erano ben 25 i kg di cocaina nascosti in 5 forme di Parmigiano Reggiano, disposte come carico di copertura. Un metodo ingegnoso, scoperto grazie all’ausilio dell’unità cinofila. Altri 100 kg di cocaina purissima erano in un camper, pronti ad essere trasferiti nelle “forme di parmigiano”. Se immesso sul mercato “al dettaglio”, il suddetto stupefacente avrebbe potuto generare introiti illeciti per almeno 20 milioni di euro. Alla luce degli indizi raccolti dalle Fiamme Gialle, è stato possibile ricostruire i movimenti dell’organizzazione, che trasportava gli stupefacenti in Italia e all’estero.
I carichi più importanti arrivavano dall’Olanda: lo stoccaggio del narcotico avveniva invece in siti di deposito ubicati in Piemonte (in particolare nelle province di Asti, Alessandria e Cuneo) nonché in altre aree del nord Italia (tra cui la provincia di Rovigo); la successiva distribuzione in varie regioni (Piemonte, Lombardia, Veneto, Toscana, Sicilia e Sardegna), attraverso corrieri e avvalendosi di un ampio parco veicoli (di proprietà o a noleggio). Queste persone si sarebbero occupate anche del recupero del denaro provento delle attività illecite.