Il parere dell’esperto: “Ecco quando l’Italia si affrancherà dal gas russo”

Giulio Sapelli, economista e professore ordinario all’Università di Milano: “Ok gli accordi con l’Algeria. Ecco gli errori che non bisogna più commettere”

Per l’Italia sarebbe “cruciale” nell’ottica di garantire il pieno di energia nel futuro. All’Unione Europea sarebbe altrettanto utile a colmare il “vuoto” in Africa, riempito negli ultimi anni da Russia e Cina, “presenze da arginare”. Giorgia Meloni dall’Algeria, oggi primo fornitore di gas e domani potenziale principale partner del Piano Mattei, indica i vantaggi che avrebbe il progetto a cui lavora per trasformare la Penisola in un hub energetico, “una porta sull’Europa”. L’incontro ha rafforzato la partnership tra il nostro governo e l’Algeria. “Fa bene Giorgia Meloni a portare avanti la diversificazione delle risorse energetiche. E’ l’unico modo per non essere più dipendenti dalla Russia”, dichiara in esclusiva a Qnm.it Giulio Sapelli, economista e professore ordinario di Storia economica all’Università degli Studi di Milano.

Gas
Ecco quando l’Italia si affrancherà dal gas russo – Qnm.it –

Professore, come leggere il viaggio del premier Giorgia Meloni in Algeria e l’accordo con il presidente Tebounne?
“Nell’ottica di un percorso importante verso l’indipendenza dal gas russo. Una scelta in continuità con il passato. L’Italia è già molto meno dipendente da Mosca rispetto ad altri Paesi, ad esempio la Germania. Noi abbiamo una diversificazione delle fonti del gas e del petrolio molto più ampia rispetto ad altri Paesi. Grazie anche al fatto di avere un’azienda come l’Eni”.

Secondo lei, realisticamente, in quanto tempo sarà possibile eliminare in modo definitivo la dipendenza dalla Russia?
“Eliminare è un parolone. Diciamo che possiamo diminuirla in modo sempre più costante e avere dei frutti tangibili in quatto o cinque anni”.

Gli errori da evitare

Giulio Sapelli
L’economista Giulio Sapelli, in esclusiva al nostro sito – Qnm.it –

L’Algeria può prendere il posto della Russia in modo definitivo e diventare il nostro primo fornitore?
“Anche in questo caso non bisogna cadere nell’esagerazione. Deve essere uno dei Paesi con cui l’Italia deve diversificare le sue fonti”.

Quanti Paesi servono per poter essere sicuri di affrancarsi dal gas russo?
“Serve un lavoro attento e preciso. Impegnarsi a ricostruire determinati rapporti, anche con la Russia. Ridare più spazio al greggio dall’Azerbaijan, che arriva in Puglia e poi reperire quello del mare del Nord, dalla Norvegia, attraverso accordi precisi. Adesso non bisogna cadere negli errori del passato: c’è bisogno di tanti Paesi. Un pool di Paesi con cui noi dobbiamo avere buoni rapporti. Questa politica ha sempre favorito la stabilità di questi Paesi, salvo quello che è successo recentemente, ma non è dipeso da noi perchè, come noto, l’attacco a Gheddafi non era di matrice italiana”.