Vacanze di Natale a Cortina: questa volta non si tratta del titolo di un cine-panettone, ma del blitz della Guardia di Finanza che ha voluto lanciare un’offensiva contro i falsi poveri che si sono concessi una settimana bianca nella cornice escluvia di Cortina d’Ampezzo. Era un intervento a colpo sicuro, perché era ovvio che avrebbero ottenuto risultati eclatanti.
Tanto per non far sentire tartassati solo noi comuni mortali, chi di dovere ha avuto la geniale intuizione di andare a fare controlli fiscali nel regno dorato delle vacanze di lusso. Pare quasi strano che prima d’ora nessuno abbia mai pensato ad un blitz del genere. In ogni caso i risultati parlano chiaro: su 133 auto di lusso intestate a persone fisiche, “42 appartengono a cittadini che hanno dichiarato 30.000 euro lordi di reddito”.
I controlli sono stati effettuati a partire dal 30 dicembre 2011, proprio in vista del boom di presenze per capodanno, e sotto il mirino del fisco non sono finiti solo i furbetti in vacanza ma anche i commercianti, mai prodighi nel rilasciare lo scontrino fiscale. Anche in questo caso i numeri fanno quasi sorridere.
Nei giorni seguenti all’intervento della Finanza si è avuto un boom di vendite anche del 400% in più rispetto ai giorni precedenti. Le cose sono due: o la gente ha deciso di darsi alle spese folli oppure la paura ha fatto sì che i commercianti finalmente emettessero il benedetto scontrino e si decidessero quindi a pagare per quel che effettivamente guadagnano.
Il blitz improvviso ha provocato come ovvio un mare di polemiche tra i turisti e i commercianti, che lo vedono come un’invasione del loro reame dorato. La sveglia però sembra arrivata anche per loro, e si spera che questa sia la prima mossa di una manovra organica contro i furbetti. D’altra parte i risultati danno ragione a chi pensa male.
I ristoranti hanno registrato incrementi negli incassi fino al 300% rispetto allo stesso giorno dello scorso anno, i commercianti di beni di lusso fino al 400% e i bar fino al 40%. Eclatante il caso di un commerciante che deteneva beni di lusso in conto vendita per una cifra superiore ai 1,6 milioni di euro, ovviamente senza alcun documento fiscale.
Non solo privati cittadini, comunque: dai controlli sulle auto di lusso si è scoperto che 118 di queste sono intestate a società. Del totale, incuriosisce che in 19 casi l’azienda avesse dichiarato di essere in perdita sia nel 2009 sia nel 2010, mentre in 37 casi hanno dichiarato meno di 50 mila euro lordi. Forse è finalmente arrivato il momento in cui anche i ricchi piangono.
Foto da grongar