Doccia fredda per Kiev da parte del presidente degli Stati Uniti. La sua decisione, sull’invio degli F-16, apre nuovi scenari nel conflitto
Una dichiarazione che stupisce tutti. Un passo indietro che lascia di stucco Zelensky e segna un nuovo passaggio chiave nella guerra in Ucraina. Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha infatti annunciato di non voler inviare i suoi F-16 a Kiev, per fronteggiare l’esercito russo. Parole che stanno già portando gli altri Paesi della Nato a valutazioni sulle prossime mosse.

Sull’argomento Biden è stato chiaro e diretto. “No”, ha risposto il presidente americano ai giornalisti alla Casa Bianca che gli chiedevano se fosse favorevole all’invio di jet alle forze di Kiev che li stanno chiedendo in maniera sempre più insistente in questi giorni. Dopo le parole del presidente statunitense, sono arrivate anche le dichiarazioni degli altri leader internazionali. “Una decisione sull’invio a Kiev di caccia F-16 sarà presa solamente in pieno coordinamento con la Nato”, ha affermato il primo ministro polacco Mateusz Morawiecki in una conferenza stampa, rispondendo a una domanda sul possibile trasferimento da parte della Polonia degli aerei da combattimento all’Ucraina, secondo quanto riportato da Ukrinform. “Proprio come è successo qualche mese fa con gli aerei MiG-29, qualsiasi altra assistenza aerea [all’Ucraina] sarà coordinata, implementata e, possibilmente, trasferita insieme ad altri Stati membri della Nato. Agiremo in pieno coordinamento qui”, ha sottolineato Morawiecki. .
Dalla Germania fanno capire che, “è il momento sbagliato” per discuterne, ha detto la portavoce del governo tedesco Christiane Hoffmann, ribadendo le parole del cancelliere Scholz per cui in ogni caso “in gioco non ci sono” aerei da combattimento. Meno categorica è apparsa invece Parigi. Emmanuel Macron non lo ha escluso, sottolineando che ci sono dei “criteri” da rispettare prima di ogni decisione: una “richiesta formulata” ufficialmente dall’Ucraina, che “non vi sia un’escalation”, che “non si tocchi il suolo russo” ed infine che “non si arrivi ad indebolire la capacità dell’esercito francese”.
Le scelte dell’Italia

L’Italia invece farà la sua parte in maniera attiva. E’ sempre più concreta infatti la possibilità di fornire a Kiev i sistemi di difesa antiaerea Samp/T: “E’ probabile che verranno inviati”, ha dichiarato il ministro degli Esteri Antonio Tajani, sottolineando che prima di qualsiasi mossa “verrà informato il Parlamento dal ministro della Difesa Crosetto”. Contro l’invio di armi a Kiev si è schierata Pechino. Che dopo aver chiesto alla Nato di mettere da parte la sua “mentalità da Guerra Fredda”, ha attaccato gli Stati Uniti: “Dovrebbero smettere di inviare armi e raccogliere i frutti della guerra”, ha ammonito la portavoce del ministero degli Esteri Mao Ning. Mentre per Mosca il continuo invio di armamenti a Kiev “è una situazione senza uscita che porta ad una significativa escalation”, ha avvertito il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov.