Chat di incontri gay diventano una trappola. Come veniva ingannato chi partecipava

Ragazzi gay adescati su siti per incontri online per poi aggressioni, rapine e umiliazioni di ogni genere. Il tragico racconto di alcuni testimoni ha permesso di scoprire una rete organizzativa ben congegnata. 

Frasi omofobe, rapina, aggressioni, atti di scherno, offese e anche sputi. Il racconto di tante persone si è trasformato in un tragico riepilogo per quanto subito in quei terribili momenti disattesi. Le testimonianze sono circa una decina, ma il numero potrebbe essere molto più alto.

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Aggressioni, violenze, rapine e adescamenti su chat d’incontri per giovani ragazzi gay (ANSA)

Ragazzi omosessuali adescati sui siti di incontri online per poi diventare vittime di un sistema studiato appositamente, con finalità del tutto differenti dal conoscere una persona. “Se non ci dai i soldi, diciamo a tutti che sei omosessuale e mettiamo su Internet le foto che ci siamo scambiati“, ribadiscono le vittime.

La vicenda

I carabinieri di Castel Gandolfo, in provincia di Perugia, hanno arrestato tre ragazzi 20enni originari della Romania. A loro carico pendono le accuse di rapina ed estorsione. L’attività investigativa complessa ha permesso di scoprire gli autori di tali reati, predisponendo anche la misura cautelare degli arresti domiciliari.

Accertate almeno undici vittime, tutte adescate sui social durante le ultime settimane. Erano finite in una chat di incontri, ma dietro di essi agivano soltanto profili falsi. Ed è proprio l’associazione Gay Help Line che ha raccolto le segnalazioni di otto ragazzi. Tutti hanno raccontato di aver subito minacce, insulti e rapine ancora prima degli incontri avvenuti fra Roma e provincia. Fra le vittime spiccano due giovani di 19 e 20 anni, attualmente residenti ad Albano Centro e nella frazione di Cecchina, nonché nella città di Marino.

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Il piano di una gang per attirare e rapinare ragazzi gay adescati su chat d’incontri (Immagine Rete)

Gli incontri si sarebbero tenuti ai Castelli, con tanto di approccio partito da una piattaforma virtuale. Una chat nella quale si organizzano incontri dal vivo, trasformatisi invece in rapine e violente aggressioni. Proprio le vittime sarebbero salite a bordo di una vettura grigia e successivamente portate in alcuni luoghi appartati. Proprio lì sarebbe entrata in azione la gang, approfittando del buio, picchiando i ragazzi.

Nascosti nel bagagliaio, uno di loro alla guida, altri invece pronti in strada, il gruppo bloccava la vettura, rapinava i ragazzi di portafogli, anelli e catenine per poi picchiarli. In alcuni casi sarebbero stati costretti, in assenza di cose di valore, a prelevare dei soldi al bancomat e consegnarli agli aguzzini. Numerosi ragazzi colpiti da pugni, calci e da insulti omofobi.

L’appello di Gay Help Line

Proprio Gay Help Line ha ribadito di offre supporto psicologico e legale alle persone coinvolte. A parlarne è Alessandra Rossi, coordinatrice del numero verde messo a disposizione per offrire un aiuto a chi ha subito questi gravi episodi.

Sosteniamo tanto chi ha denunciato quanto chi non ha ancora trovato il coraggio di farlo“. Sul caso è intervenuto anche Alessandro Cataldi, legale di Gay Help Line 800713713, con un appello rivolto alle vittime di tali episodi.

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Profili fake per adescare ragazzi gay. Il piano per picchiare e rapinare giovani conosciuti su siti d’incontri (Immagine Rete)

Il lavoro di solidarietà e mediazione con le vittime è fondamentale per fermare le azioni violente che espongono al pericolo moltissimi ragazzi. Nei casi che abbiamo seguito, il disegno criminoso colpisce ragazzi gay, meschinamente tratti in inganno attraverso l’espediente dell’appuntamento. Poi se ne approfitta della difficoltà che avrebbe incontrato la vittima nel combattere il senso di colpa e chiedere giustizia“, ha ribadito Cataldi.

Il numero delle vittime potrebbe essere molto più alto, specialmente visto che le denunce non sarebbero in questo caso così frequenti. Paura di parlarne e difficoltà nel trovare una soluzione, ora però Gay Help Line ha ribadito ancora una volta di essere al fianco delle vittime e di poterle sostenere anche nel percorso di denuncia.