Speed Date Milano 2011 al Gioia 69: reportage sul campo

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La location e’ quella di uno dei locali piu’ conosciuti di Milano il Gioa 69 situato al confine virtuale tra la zona centro sud e la zona nord di Milano. La serata si svolge di giovedi, giorno decisamente tranquillo per la movida milanese (escluso per alcuni locali) in vista dello scoppiettante weekend, sopratutto al Gioa 69. La serata sembra quella di un classico aperitivo milanese ma non e’ cosi’, siamo allo Speed Date classico.

Decidiamo di partecipare in prima persona sotto una doppia veste: uno giornalista accreditato e riconoscibile con tanto di attrezzi del mestiere in bella vista (taccuino, fotocamera, videocamera e cavalletto), per questo guardato con sospetto; e un altro infiltrato sotto mentite spoglie come partecipante single in cerca di un’anima gemella o semplicemente un’anima.

IL RACCONTO DEL GIORNALISTA
Arrivo al locale alle 20.40 (20 minuti prima dell’evento) e dopo essermi presentato come stampa accreditata entro senza problemi (la cosa mi fa molto piacere visto che è capitato a volte di essere stato respinto in questo locale in compagnia di amici), aggiungo senza motivi particolari.

Mi presento agli organizzatori (che mi aspettavano) e spiegando che per me e’ la prima volta (si dice sempre cosi) chiedo un supporto logistico per capire come muovermi, cosa poter chiedere, cosa posso fotografare e riprendere, quante gente ci sarà, come si svolgerà il tutto: insomma cosa devo fare.

Purtroppo vengo in parte abbandonato al mio destino e quindi decido io stesso di prendere in mano la situazione e facendomi forza del mio ruolo di “giornalista” fermo delle ragazze (posso usare anche il termine “rimorchio” visto che non partecipo) e dei ragazzi che stanno entrando e chiedo se posso intervistarli a fine serata.

Fermo in tutto 6/7 persone, tra uomini e donne. Rimango sorpreso dalla disponibilità delle persone e vengo sommerso dalle domande sui motivi e le ragioni della mia presenza allo Speed Date.

Dopo aver concordato l’appuntamento di fine serata cerco di stamparmi nella mente i volti delle persone perché’ sto per avere la seconda sorpresa. Da neofita e assiduo frequentatore di pub, disco e amante dei vecchi sistemi di rimorchio mi aspettavo una trentina di persone e invece vedo una fila infinita di persone che pagano per entrare. Mi dicono esserci state circa 200 persone, 80 donne e il resto uomini. Il locale era completamente a disposizione dell’evento Speed Date.

Lo Speed Date e’ quindi anche un business non indifferente. Partecipare costa 25 euro per gli uomini e 20 per le donne compreso la consumazione nel locale e aperitivo.

Stabilito gli appuntamenti post evento mi lancio nel locale a parlare con un po’ di ragazze e a scambiare qualche commento sugli uomini che entrano in sala e concordiamo sul fatto che il livello delle donne e’ più alto di quello degli uomini: ricordatevelo ometti ne vale la pena.

Le persone che vedo entrare sono “normali”: l’uomo elegante uscito dall’ufficio, l’uomo sportivo curato, l’uomo trasandato, l’uomo “sfigato”, l’uomo adulto con il viso stanco per gli alimenti che paga quotidianamente, quello sposato in cerca di un extra, gruppi di ragazzi e amici che provano un’esperienza nuova, quello vestito e lampadato da Bilionaire e infine il mio collega.

La stessa cosa vale per le donne: ragazze e donne, vestite in jeans, gonne e minigonne, scarpe basse e tacchi mozzafiato, scollature e camice vedo non vedo, truccate e appena uscite dal make up dall’estetista o stanche per una giornata di lavoro stressante.

Quindi ci sono uomini e donne che puoi incontrare una sera qualunque ad un aperitivo o in un pub ma con una sola e importante differenza rispetto a un consueto happy hour: uomini e donne allo Speed Date hanno una propensione alla conoscenza, difficilmente esci senza aver conosciuto qualcuno o senza aver scambiato qualche parola.

La serata incomincia con un aperitivo in cui i partecipanti cercano di rompere le barriere inibitorie prima dell’inizio dello speed date con qualche goccia alcolica (inoltre una consumazione è gratuita e fa parte del prezzo di entrata).

Ad un certo orario gli organizzatori avvisano che iniziano i giochi e dispongono tutte le donne su sedie e divanetti, gli uomini si dispongono frontalmente e hanno 3 minuti di tempo per ogni donna e poi un avviso del DJ detta i tempi per scalare di posto.

All’inizio sembra tutto abbastanza confusionario e qualche uomo rimane senza donna e senza la minima idea di dove disporsi. Gli organizzatori sono in tutto 6, tre ragazze e un ragazzo che cercano di aiutare logisticamente tutti i cambi di posto, uno gestisce il microfono e uno sembra vigilare su tutto (sembra).

Dopo la confusione iniziale tutto prosegue con ordine fino a quando non viene decretata la fine dei giochi. Naturalmente visto il numero elevato di partecipanti non riesci a parlare con tutti e quindi può capitare che una persona che avevi ritenuto interessante vedendola all’aperitivo non riesci a conoscerla. Può anche succedere se sei “sfigato” che la ragazza deve andare in bagno proprio quando è il tuo turno e i 3 minuti te li fai guardando il muro o che proprio in quel momento decide di prendere da bere e percio’ quasi costretto a trascorrere i 3 minuti al bancone del bar.

Finiti i giochi vengono estratti dei premi e subito dopo riprende la musica. Il locale riprende la sua veste originale, rimangono poche persone che azzardano qualche ballo o che cercano di concretizzare qualche approccio pianificato in precedenza. Io mi sono isolato all’esterno con questi 3 simpatici ragazzi.

IL RACCONTO DELL’INFILTRATO
Dopo il racconto del giornalista, ecco il racconto dal mio punto di vista, quello dell’infiltrato che ha partecipato allo Speed Date come qualunque altro partecipante.

La prima cosa da fare, dopo aver pagato, è quella di andare al tavolo dell’organizzazione a ritirare il materiale del gioco. Si può scegliere se iscriversi alla lista delle persone in età 23-38 o alla lista 35-50. Siccome io cado proprio nel mezzo, opto per la prima fascia di età (alzi la mano nei commenti chi avrebbe fatto diversamente ;-)). Comunque nessuno chiede la carta di identità. Come il mio collega giornalista, durante l’aperitivo ho adocchiato diverse ragazze carine sicuramente nella fascia di età più giovane.

Il materiale per il gioco è costituito da un numero adesivo da attaccare in vista sui vestiti e da una scheda (con penna) in cui durante il gioco sarà possibile segnare il numero della persona con cui si è parlato e accanto scrivere SI o NO. Se entrambe le persone avranno segnato SI, verranno messe in contatto con lo scambio di email alcuni giorno dopo la serata.

Siccome la fortuna è cieca ma la sfiga ci vede bene, capita che l’organizzazione sbagli a consegnare il materiale proprio a me, per cui mi viene dato un numero da donna (scritto in rosa) anziché da uomo. Io al momento non mi accorgo, ma poi girando tra le persone prima dell’inizio del gioco, mi rendo conto che tutti gli uomini hanno il numero blu e le donne quello rosa. Così torno dall’organizzazione, faccio notare l’errore, e subito mi viene fornita un numero blu. Tuttavia, essendo così uno degli ultimi uomini, al primo giro dello speed date, rimango in piedi ad aspettare di sedermi perché gli uomini risultano un pochino più delle donne. Poco male comunque, dopo qualche minuto anche io sono seduto per il primo faccia a faccia flash da 3 minuti.

Le prime conversazioni sono piuttosto convenzionali: come ti chiami, quanti anni hai, che lavoro fai, cosa ti piace nella vita. Più che le parole, conta la chimica, se la ragazza che hai davanti ti piace, quei 3 minuti sono insufficienti, se invece non ti piace, sono interminabili e non sai cosa dire.

Dopo alcuni colloqui però, (e così alcune delle ragazze con cui parlo) penso di cambiare approccio, e di puntare subito a trovare dei punti di contatto: via subito con le passioni, del tipo mi piace viaggiare, mi piace cucinare, mi piace fare giardinaggio, e qualcuna azzarda anche a chiedermi se mi piace fare sesso (tenetevi una risposta diplomatica pronta per queste provocatrici).

Una molto simpatica (e anche carina), mi chiede di non dirle nulla che prova a indovinare lei. Qualcosa lo indovina e qualcosa no, ma certamente si merita un bel SI sulla scheda per la simpatia. Un’altra mi offre di farmi assaggiare una della sue torte. Un’altra ancora mi racconta solo del suo lavoro (e merita un bel NO, anche perché è brutta), fino a quella che cerca di vendermi i suoi servizi al centro benessere che gestisce dicendo che vorrebbe fare uno speed date pure lì. Mi lascia l’indirizzo email che poi butto subito. E che diamine, va bene il marketing di se stessi, ma non quello della propria attività.

Alla fine parlo con circa 30 ragazze nell’arco di un paio d’ore (c’è una pausetta in mezzo). Vi assicuro che dalla decima ragazza in poi si inizia a sentire lo sforzo mentale ed è veramente necessario concentrarsi per non fare una figura banale e insipida. E fare attenzione anche al fatto che pure la ragazza che abbiamo davanti può essere stanca.

I risultati? I SI che segno sulla scheda sono 8. Di contatto nei giorni successivi non ne ho ricevuto nemmeno uno. Forse sono stato troppo conservativo e dovevo mettere più SI per aumentare le chance di una conoscenza. O forse ho fatto bene a selezionare, perché quelle per cui non ho messo il SI non mi interessavano proprio.

Se poi c’è qualcuna che piace veramente, si può sempre tentare un approccio tradizionale nel post speed date, comunque il clima favorisce il contatto.

In generale, il formato della serata è divertente e simpatico, e pensiamo che valga partecipare anche se poi non seguono dei contatti.

Buon Speed Date a tutti.