Torremaggiore, l’intervista rivelazione di Tefta: “Mio marito ha abusato di Gessica più volte”

Il tragico doppio omicidio di Torremaggiore si carica di un nuovo macabro risvolto. A dichiararlo è Tefta, la moglie del panettiere killer, in un’intervista rilasciata ad una emettente televisiva albanese

Il dramma di Torremaggiore si tinge ancora di più di nero dopo la rivelazione della madre di Gessica Malaj, uccisa dal padre pochi giorni fa. Tefta, si riprende lentamente dopo essere stata colpita con 6 coltellate dal marito in camera da letto. E’ proprio la donna a raccontare quello che in casa Malaj succedeva precedentemente al tragico evento che ha sconvolto la sua famiglia.

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Torremaggiore, l’intervista agghiacciante di Tefta, madre di Gessica sul marito assassino (ansa9 qnm.it

L‘intervista rilasciata sul canale News 24 Albania aggiunge, così, un tassello alla storia dell’uccisione della figlia 16enne Jessica Malaj. La donna racconta: “Stavamo tutti quanti dormendo a quell’ora. Mio marito ha preso il bambino con il coltello in mano e lo voleva ammazzare, io mi sono buttata per salvarlo, poi ha accoltellato me”.

Per Tafta, il consorte Taulant era un mostro: “Aveva abusato di Jessica e lei non parlava più al padre da due anni. Non solo le ha rovinato la vita ma l’ha anche uccisa”. Per questo motivo, continua la 39enne, in casa c’erano le telecamere.

L’intervista di Tefta dopo il dramma vissuto a Torremaggiore

Tefta Malaj parla dal letto di ospedale dove è ricoverata dopo che il marito Taulant ha cercato di ucciderla con 6 coltellate. La 39enne, però, si è salvata. Non ha avuto la stessa fortuna invece, la figlia Gessica che è morta sotto l’ira funesta del padre. Oggi la mamma della 16enne si racconta in un’intervista shock rilasciata alla tv Albanese.

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Torremaggiore, il racconto agghiacciante di Tefta (ansa) qnm.it

“Gessica da due anni non comunicava col padre e se non l’ha denunciato è solo per non avere una brutta nomea: si sa com’è”. La donna, come riporta anche il Messaggero, svela alcuni retroscena drammatici: “Mio marito aveva pianificato tutto, stavamo tutti quanti dormendo a quell’ora. Lui quella notte non lavorava, era di riposo a casa”.

Poi continua: “Non ho sentito che usciva, poi l’ho visto rientrare. Ha preso il bambino con il coltello e lo voleva ammazzare. Io mi sono buttata per salvare il bambino. Il piccolo dormiva nel lettino attaccato al letto matrimoniale. Poi lui ha dato tanti colpi di coltello a me, non mi ricordo quanti. Faceva dei video mentre dava calci e pugnalate con il coltello. Mia figlia dormiva, ha sentito i rumori e si è alzata. Lui a nostra figlia non l’ha mai voluta”.

Le molestie sessuali subite da Gessica

Secondo il racconto fornito da Tefta Malaj a News 24 Albania, la figlia Gessica avrebbe subito molestie sessuali da parte del padre fino a due anni prima. “È successo diverse volte. Mia figlia non gli voleva più parlare ed è per questo che non solo gli ha rovinato la vita, ma l’ha anche ammazzata”. Tefta ricostruisce nei minimi particolari quello che è accaduto la notte tra sabato e domenica scorsi a Torremaggiore, in provincia di Foggia, quando il marito 45enne Taulant Malaj ha accoltellato prima il presunto amante di lei, Massimo De Santis, di 51 anni, e poi ha ucciso la figlia Gessica, di 16 anni e ferito gravemente anche la moglie 39enne Tefta.

La donna vuole fornire la sua versione dei fatti. È lucida quando ripercorre i momenti tragici di quella notte. Nel letto, quando il marito ha iniziato ad accoltellarla, la figlia 16enne arriva in camera. Si è svegliata per il trambusto. Entra in camera della madre e vedendo la scena si scaglia contro il padre nel tentativo di proteggere la mamma.

Dal racconto fornito dalla donna sembrerebbe che l’uomo avrebbe voluto uccidere il figlio piccolo che dormiva accanto al letto matrimoniale, anche se in base ai video girato dall’assassino, sembrerebbe che invece avrebbe consapevolmente risparmiato il piccolo. La versione della donna, infatti, contrasta con quella che Malaj ha fornito al giudice durante l’udienza di convalida del fermo e contrasta anche con le immagini che sono state prodotte in aula. Secondo la difesa, a confermare che il panettiere non volesse far del male al piccolo ci sarebbero le immagini di quei momenti registrati dalle telecamere installate in casa. Nel filmato si vede che il Leonardo, il bimbo di 5 anni, non era nascosto, come invece era emerso in un primo momento ma era lì e ha visto la scena.