Sarebbero tutti vittime di una forma di digiuno estremo dovuto alle proprie credenze religiose, i corpi degli uomini recuperate da numerose fosse comuni in Kenya
Non è ancora completo il bilancio delle vittime che a una a una gli uomini del Directorate of Criminal Investigations di Nairobi stanno riesumando e riconoscendo da numerose fosse comuni.

Sono decine e potrebbero essere molte, molte di più. Le fosse comuni sono non meno di 14 e in ognuna di esse sono stati depositati corpi di uomini, donne, giovanissimi e anche bambini in condizioni di estrema denutrizione.
Kenya, decine di vittime in una setta
Una scena straziante anche per gli uomini dell’istituto di medicina legale che stanno lavorando in condizioni difficilissime, anche dal punto di vista igienico. Perché la maggior parte dei corpi erano interrati da mesi e molti erano in avanzato stato di decomposizione.
Le salme recuperate sono più di sessanta. Siamo in una radura molto nascosta della foresta di Shakahola, una zona meravigliosa e selvaggia di vegetazione lussureggiante a poca distanza dalla costa che si affaccia sull’Oceano Indiano, non lontanissima da Mombasa e da Malindi, tempio del turismo europeo. Non ci sono dubbi che i corpi rinvenuti appartengano ai fedeli della Good News International Church.
Una setta di fanatici
La Good News International Church è una setta religiosa la cui esistenza è stata scoperta solo poche settimane fa dopo una visita quasi casuale di una spedizione che doveva effettuare alcuni rilievi geologici e geografici.
Si sono imbattuti in un villaggio estremamente remoto, non collegato alle strade, raggiungibile solo a colpi di machete tra la volta vegetazione. Qui vivevano alcune decine di persone in pessime condizioni alimentare e igieniche.
Erano convinte che la fine del mondo fosse imminente e che l’unica salvezza fosse quella di raggiungere il paradiso morendo quanto prima possibile rifiutando qualsiasi alimentazione. Alcune persone sono state soccorse e sono morte. Altre hanno rifiutato il ricovero.

Decine di fosse comuni
Altre perlustrazioni hanno evidenziato numerose fosse comuni. Sarebbero almeno 60, solo quattordici quelle almeno parzialmente riesumate.
“Molti ci hanno respinto e hanno rifiutato qualsiasi aiuto – ha detto il dottor Khalid che ha prestato i primi soccorsi – non volevano assolutamente che impedissimo loro di andare in paradiso”. Incerta la cifra dei dispersi: ma potrebbero essere più di 200.