La morte di Emanuela Orlandi e Mirella Gregori sono avvolte dal mistero da ormai 40 anni. Dopo il via libera alla Camera sulla proposta di legge per l’inchiesta sui due casi, ora il testo passa al Senato. Ma quali sono possibili collegamenti tra i due casi?
Con 245 voti a favore, la Camera ha dato il via libera alla proposta di legge che istituisce la Commissione parlamentare bicamerale d’inchiesta sui casi di Emanuela Orlandi e Mirella Gregori, le due ragazze che nel 1983 sono scomparse a Roma. Ora il testo passa al Senato. A seguire le votazioni lo scorso giovedì 23 marzo in tribuna anche i familiari delle due giovani scomparse.

Pietro Orlandi, fratello di Emanuela, ha commentato, come riportato dal Corriere, l’inchiesta della Santa Sede, dichiarando: “Quella fiducia che avevo riposto nel Vaticano appena avevano annunciato l’apertura di un’inchiesta, sta sfumando, dopo due mesi e mezzo non ci hanno ancora comunicato nulla”.
“Abbiamo elementi importanti che potrebbero portarci alla verità, da parte loro dovrebbe essere l’interesse primario chiamarci e chiederci quali sono questi elementi, invece niente: io in questo momento pongo molta più fiducia nella Commissione parlamentare perché ho visto la volontà di fare le cose perbene e mi auguro si prosegua così”. Le molteplici anomalie nei due casi irrisolti che sono emerse in questi lunghi 40 anni sono davvero troppe. Dov’è la verità dei fatti? Chi è il responsabile delle morti di Orlandi e Gregori.
Emanuela Orlandi e Mirella Gregori: i possibili collegamenti tra i due casi
Al termine della Commissione d’inchiesta i commenti rilasciati dagli esponenti politici per i due casi irrisolti di Orlandi e Gregori sono stati diversi. Augusta Montaruli, deputata di Fratelli d’Italia è intervenuta in Aula sottolineando: “Noi oggi facciamo una scelta politica di cui ci assumiamo la responsabilità di approfondire una vicenda che per 40 anni attendeva questo momento. Esiste un interesse pubblico che coinvolge i poteri dello Stato”.

Sul caso è intervenuto anche il deputato Pd Roberto Morassut che come cita Corriere, ha detto: “Da parte dello Stato sembra quasi che si sia fatto di tutto per favorire un lento oblio. La magistratura si è trovata davanti a un granitico muro, il Vaticano in questi anni non ha mai aiutato”. Ma cosa si sa, realmente, dei due casi? I collegamenti, possibili, tra Emanuela e Mirella sono davvero tanti.
Partendo dalla sparizione di Mirella Gregori avvenuta il 7 maggio del 1983 a Roma, pochi giorni prima della scomparsa di Emanuela Orlandi. Gregori aveva 15 anni quando improvvisamente sparì. L’avvenimento fu collegato alla sparizione, il 22 giugno dello stesso anno, di Emanuela Orlandi, cittadina vaticana, anch’essa come Mirella, 15enne. Nessuna delle due ragazze è mai stata ritrovata. Il caso di quest’ultima divenne uno dei più noti misteri mai risolti della storia italiana e vaticana, con sospetti diversi che coinvolsero non solo lo stesso Stato Vaticano e lo Stato Italiano, ma anche i servizi segreti di diversi Stati, nonché legami probabili con la banda della Magliana e alcune organizzazioni terroristiche internazionali.
Le testimonianze e i depistaggi
Le testimonianze nel corso di 40 anni si sono accumulate. I pareri, a volte discordanti su cosa si accaduto alle due giovani 15enni si susseguono in congetture e misteri irrisolti. Secondo Mehmet Ali Ağca, il turco che nel 1981 sparò a Papa Wojtyla per esempio, la scomparsa delle due ragazze sarebbe collegata a quella del giornalista sovietico Oleg G. Bitov, avvenuta il 9 settembre dello stesso anno presso la Mostra del Cinema di Venezia.

Tra l’83 e l’anno successivo la scomparsa delle due, diversi sono stati i comunicati dell’organizzazione di estrema destra turca dei Lupi Grigi che dichiarò di custodire entrambe le ragazze. Ma, secondo quanto dichiarato da Günter Bohnsack, ex-ufficiale della Stasi a un giornalista del quotidiano la Repubblica, sarebbero stati i servizi della Germania Est, in combutta a quelli bulgari e al KGB, a servirsi del caso Orlandi diramando i falsi comunicati in merito con il solo scopo di deviare le indagini parallele sulla pista russo-bulgara, per l’attentato al Papa Giovanni Paolo II.
Passano gli anni, si susseguono le testimonianze come quella arrivata nel luglio del 2005 alla redazione del programma di Rai 3, Chi l’ha visto?, quando una telefonata anonima svela che per risolvere il caso Orlandi bisognava andare a vedere chi era sepolto nella basilica di Sant’Apollinare a Roma e controllare quel “favore che Renatino fece al cardinal Poletti”. Renatino si rivelò poi essere uno dei boss della banda della Magliana. Tuttavia, le indagini condotte dalla Procura della Repubblica non confermarono quanto riportato dall’anonimo cittadino. Cinque anni dopo (2010), arriva dal Vicariato di Roma l’ok all’ispezione della tomba nella basilica di Sant’Apollinare del fratello di “Renatino” disponendo il prelievo del DNA. Stessa cosa verrà fatta sui familiari di Emanuela e anche su Antonietta Gregori, sorella di Mirella. Nel 2012 è stato indagato don Pietro Vergari per concorso in sequestro di persona. Le indagini sono andate avanti tra buchi nell’acqua e depistaggi internazionali ma il giallo penetrante nelle due adolescenti scomparse rimane stagnante ancora oggi, 40 anni dopo.