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Che i produttori di automobili fossero sostanzialmente interessati alla tecnologia e al business credo non ci siano dubbi. Ed è anche giusto che sia così. Ma cosa combinano questi burloni talvolta? Beh, capita di tanto in tanto che qualcuno organizzi qualche scherzetto ad uno dei tanti competitor presenti sul mercato, magari proprio a quello che si preferisce solleticare in un certo momento.
La casa torinese sembra abbia voluto fare un piccolo scherzo alla Volkswagen: per lo scopo, è stata parcheggiata una Fiat 500 rosso fuoco proprio davanti la sede svedese della Volkswagen. La cosa divertente è che la autovettura compare nelle immagini di Google Street View.
Evidentemente, in quei momenti, stava passando la Google Car per riprendere le varie strade del circondario, operazione svolta periodicamente per tenere aggiornate le mappe di Google Maps e il servizio di Street View.
Sarebbe simpatico sapere come sono rimasti gli uomini della Casa tedesca. Possiamo immaginare un grande stupore e, probabilmente, anche un minimo di fastidio per questo scherzetto goliardico. Niente di grave, sia chiaro ma è pur vero che la vicenda ha dei contorni a tratti misteriosi.
Infatti, la domanda sorge davvero spontanea: come ha potuto sapere Fiat che la Google Car sarebbe passata proprio da quelle parti in quel momento? Se ammettiamo che la vicenda non sia casuale, le prime ipotesi che verrebbero in mente sono per la talpa all’interno del colosso di Mountain View da parte di Fiat. Un’altra ipotesi consiste nella possibilità che gli uomini della casa torinese abbiano pedinato la Google Car, orchestrando lo scherzetto in real time. E se, invece, si fosse trattato di una iniziativa spontanea da parte di qualche cliente soddisfatto?
Il mistero continua e si infittisce. Anzi, probabilmente non ne sapremo molto di più. E, ad onor del vero, Volkswagen dovrà attendere ben 12 mesi affinché la foto incriminata venga eliminata dal database Google per essere sostituita da una nuova scansione della zona da parte delle Google Car.
Infatti, lo ricordiamo, le campagne di monitoraggio poste in essere da Google hanno una periodicità media di 12 mesi. E’ possibile che la Volkswagen possa decidere di fare una esplicita richiesta a Google ma non è affatto detto che l’azienda accetti la proposta.
A questo punto resta da chiedersi se Volkswagen stia tramando un’abile contromossa nei confronti della casa torinese. D’altronde questi giochetti sono simpatici e non danneggiano infondo nessuno. Perché allora non sdrammatizzare e pensare a qualche strategia per restituire il favore?