Turchia, Erdogan in testa: ma non ha vinto

Attesissimo turno elettorale per le presidenziali in Turchia con il presidente uscente Recep Tayyip Erdogan in  vantaggio, ma con meno margine rispetto alle previsioni della vigilia

Non un plebiscito. Un vantaggio ampio, ma non nettissimo e nemmeno comodo. Sicuramente inferiore a quello che gli osservatori turchi e internazionali si sarebbero aspettati in un primo momento.

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I supporter di Erdogan fanno festa – Credit ANSA (QNM)

Il presidente uscente Erdogan guidato il primo turno con il 49.51% dei voti. Al momento di pubblicare gli manca ancora qualcosa per vincere al primo turno. Serve più della metà dei voti per evitare il ricorso al ballottaggio, che a quanto pare sarà invece necessario.

Turchia, Erdogan in vantaggio

Erdogan mantiene il 5% di voti di vantaggio sul suo principale sfidante, Kemal Kilicdaroglu, che ha ottenuto il 44.88%. Il secondo turno si svolgerà il 28 maggio, con Erdogan nettamente favorito. Ma certo con un margine meno ampio rispetto alle precisioni della vigilia.

Lo spoglio dei voti ha evidenziato una crescita della Nation Alliance, il principale partito dell’opposizione e un crollo evidentissimo della terza forza in campo, il partito ultranazionalista di Sinan Ogan, sceso al 5.17%.

Si va al ballottaggio

Erdogan è al potere in Turchia da più di 20 anni, prima come primo ministro e poi come presidente. E ha esteso ulteriormente i suoi poteri dopo il fallito colpo di stato del 2016.

Ma quando il responso del primo turno è stato ufficializzato, i suoi sostenitori hanno festeggiato a lungo fuori dal quartier generale del partito ad Ankara e a Istanbul. Erdogan si è affacciato al balcone della segreteria del suo partito. Al momento ci sono 2.6 milioni di voti in più da amministrare in vista del ballottaggio.

La proposta di Kilicdaroglu evidentemente non ha convinto tutti. Nonostante una presenza alle urne notevole, di gran lunga superiore all’astensionismo italiano, di poco inferiore al 90%.

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Recep Tayyip Erdogan saluta i suoi sostenitori – Credit ANSA (QNM)

Polemiche e discussioni

Le polemiche su questo turno elettorale restano però estremamente alta. Soprattutto per quanto riguarda il limitato aiuto destinato ai sopravvissuti ai terremoti di febbraio per partecipare alle elezioni, un disastro terribile che ha provocato almeno 50mila vittime.
Tuttavia nella zona del sisma, storicamente favorevole al suo partito, l’affluenza è rimasta alta e le sue percentuali non sono scese.

L’attenzione si sposta ora sui 2.9 milioni di voti destinati agli ultranazioanlisti: è su questi che dovrà fare leva Kilicdaroglu.