Si ingrandisce la platea dei lavoratori beneficiari dei Buoni pasto. Una novità interessante che entusiasma gli italiani.
I buoni pasto rappresentano uno strumento esentasse di integrazione al reddito che consente all’azienda di recuperare i costi sostenuti mentre i collaboratori potranno risparmiare presso supermercati, alimentati, ristoranti e base. Se prima la platea dei lavoratori aventi diritto ai buoni pasto era limitata ora si amplia.

I vantaggi dell’uso dei buoni pasto sono per le Partite IVA, le aziende e i collaboratori. I titolari di Partita IVA godono della deducibilità al 75% e possono utilizzarli al ristorante oppure per fare la spesa. La deducibilità per le aziende è al 100% e la gestione molto semplice. L’aiuto più grande, però, riguarda i lavoratori che possono spendere il valore del buono pasto al 100% ricevendo un supporto economico esentasse.
In più ora l’utilizzo è reso ancora più semplice da quando la tessera elettronica ha sostituito i buoni cartacei. I dipendenti full time ricevono puntualmente i buoni pasto ogni mese, l’importo varia mediamente tra i 4 e gli 8 euro. Sapete che anche i lavoratori con contratto part time ne hanno diritto indipendentemente dal fatto che il contratto preveda o meno la pausa pranzo?
Lavoratori part time, avete diritto ai buoni pasto
L’Agenzia delle Entrate ha fornito un chiarimento molto importante. I lavoratori part time hanno diritto ai buoni pasto mettendo fine all’idea che l’erogazione dello strumento esentasse sia associato alla pausa pranzo. Il Ministero dello Sviluppo economico ha tratto in inganno le aziende associando al buono pasto una funzione sostitutiva della mensa aziendale.

Per anni le imprese hanno negato il fringe benefit ai dipendenti part time. Ora il Codice degli Appalti ha abrogato il vecchio decreto e l’unico riferimento è diventato il TUIR che non parla di pausa pranzo in relazione all’erogazione dei buoni pasto. Orario di lavoro e modalità di svolgimento dell’attività lavorativa non incidono sul diritto. Otto ore di lavoro, sei ore o anche solo 4 ore danno diritto all’erogazione dei buoni pasto. Non conta nemmeno se si lavora in sede oppure in smartworking.
Ogni dipendente deve ricevere i buoni pasto con lo stesso trattamento fiscale agevolato. L’importante è rispettare i requisiti imposti dalla normativa. I buoni non sono monetizzabili ossia non si possono convertire in denaro contante e devono essere usati per comprare alimenti o per pagare il pasto. L’erogazione, poi, deve essere uniforme, non limitata ad alcune categorie di lavoratori oppure concessa come premio.