Esonero Vanoli, il dato che non lascia dubbi: i viola hanno perso la pazienza

Un lampo al Tardini, poi di nuovo il buio. La Fiorentina si ritrova incastrata tra paura e rimpianti, mentre il nome di Vanoli scivola sempre più dentro un vortice di dubbi. In mezzo, un “dato” semplice e crudo che pesa più di mille analisi.

Vanoli
Esonero Vanoli, la decisione (Ansa Foto) – qnm.it

La serata di Parma

rimette ogni cosa al suo posto. Dopo il 3-0 con l’Udinese, molti avevano visto la fine del tunnel. Invece lo scontro diretto del Tardini riapre la ferita e rimette in discussione la panchina. Il Parma parte meglio, gioca in avanti, costruisce. Ondrejka spreca al 32’, la Viola contiene ma non punge. La sensazione è nitida: gli emiliani hanno più gamba, la Fiorentina più timore che idee.

La ripresa

dura tre minuti e cambia tutto. Sorensen taglia alle spalle, la retroguardia gigliata esita, il pallone finisce in rete. Qui il copione sembra scritto: reazione emotiva, qualche occasione, poca lucidità. Corvi è strepitoso su Comuzzo, Vanoli prova a correggere la rotta con Piccoli per dare peso, Kean alza troppo la mira. Dall’altra parte Pellegrino e Oristanio sfiorano il raddoppio. Finisce con il Parma che si prende una vittoria pesante e la Fiorentina che torna a casa con il dubbio più scomodo.

Il punto centrale

arriva adesso: il dato che non lascia dubbi. A oggi, la Fiorentina ha raccolto una sola vittoria in campionato. Questo è il mattone che schiaccia ogni alibi. Non è un’impressione, non è umore: è un numero. E numeri del genere, in A, cambiano spesso il destino di un tecnico. È qui che il tema esonero smette di essere un sussurro e diventa un elemento di valutazione concreto.

Il quadro delle quote

? Alla pubblicazione di questo pezzo, sulle pagine pubbliche dei principali operatori italiani (Snai, Sisal, Planetwin365, GoldBet) non risultano mercati attivi sull’“allenatore esonerato” legati alla Fiorentina. In assenza di un listino ufficiale, non è possibile citare numeri puntuali né variazioni. Un fatto, però, è noto agli addetti ai lavori: dopo uno scontro diretto perso e con una sola vittoria in classifica, i bookmaker tendono a tagliare il prezzo sul “cambio in panchina”. Il movimento esiste quando esiste il mercato; qui, il mercato non è esposto. È corretto dirlo chiaro.

Il resto è tecnica e carattere

. La squadra lotta, sì. Ma paga nella rifinitura e nella concentrazione difensiva: esattamente i due reparti che decidono le partite sporche. Le fonti ottimali per leggere questi dettagli sono i report ufficiali della Lega Serie A e i dati Opta/Stats Perform; non essendo ancora pubblici i breakdown completi della gara, non si citano xG o indici avanzati. Basterebbe comunque un frame per capire: Sorensen colpisce in superiorità numerica, in area, su indecisione. È un frammento che racconta un sistema.

E adesso?

La società ha due strade. Confermare Vanoli con correzioni immediate (principi in uscita, qualità dell’ultimo passaggio, gestione dei tempi di pressione), oppure aprire alla discontinuità, sapendo che il calendario non aspetta e che la corsa salvezza non perdona. In mezzo c’è la città, con i tifosi viola stanchi di appuntare speranze per poi strapparle alla prima curva.

A volte basta una notte

per misurare la pazienza di un popolo calcistico. Non sono gli slogan, non sono gli hashtag: è quel numero lì, una sola vittoria, a pesare sul tavolo. Se doveste decidere voi, vi basterebbe questo dato per cambiare la storia della panchina? O pretendereste un’ultima prova, magari la più scomoda, per scoprire se dentro questa squadra c’è ancora un po’ di luce?

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