In ogni abitazione, prima o poi, arriva il momento in cui c’è da intervenire su un guasto. Una perdita improvvisa, un corto circuito, un infisso che non chiude più come dovrebbe: sono situazioni comuni, che molti provano a risolvere da soli per risparmiare tempo e costi d’intervento. Il fai da te, effettivamente, può essere una buona soluzione per i problemi più semplici, specie se si ha un minimo di manualità o non ci sono conseguenze gravi.

Non sempre, però, la riparazione domestica è la scelta migliore. Una valutazione errata o un intervento non eseguito correttamente possono peggiorare il problema, nonché generare nuovi danni, e nuove spese. È per questo che, negli ultimi anni, sono cresciuti i servizi di assistenza professionale collegati alle polizze dedicate all’abitazione, come l’assicurazione contro danni in casa, ideale per ottenere supporto prima, durante e dopo l’intervento, quindi ridurre costi e rischi.
Contesto e gravità del danno: quando far da sé, e quando evitare
Nelle piccole manutenzioni, il fai da te può essere una soluzione rapida e pratica. Parliamo di attività leggere come sostituire una guarnizione, sistemare un rubinetto che perde o riparare un elemento d’arredo, cioè azioni che non richiedono necessariamente l’intervento di un tecnico.
A patto, naturalmente, di sapere esattamente cosa si sta facendo e di non sottovalutare l’origine del problema. È infatti proprio l’apparente semplicità di alcuni guasti a trarre in inganno: un piccolo gocciolamento può nascondere un tubo lesionato, così come uno scatto del contatore può essere il segnale di un impianto elettrico che non funziona più come dovrebbe.
Il rischio maggiore del fai da te riguarda la responsabilità
Se un intervento eseguito in autonomia provoca danni a terzi, ad esempio infiltrazioni verso l’appartamento sottostante o un corto circuito che compromette parti comuni, il proprietario ne è civilmente responsabile. Lo stabilisce il Codice Civile, richiamando i principi della responsabilità per danno cagionato da cosa in custodia (art. 2051) e per rovina di edificio (art. 2053).
Per questo, tutti i lavori che riguardano impianti elettrici, idraulici o termici dovrebbero essere affidati a figure abilitate, come previsto dal D.M. 37/2008, che disciplina l’installazione e la manutenzione degli impianti all’interno degli edifici.
Perché rivolgersi a un professionista può evitare costi (e problemi) maggiori
Il vantaggio principale dell’intervento professionale è la diagnosi corretta. Un tecnico qualificato identifica l’origine del problema, valuta lo stato degli impianti e propone una soluzione ad hoc.
C’è poi un aspetto economico da non ignorare, ossia il costo dell’errore. Un intervento mal eseguito può generare danni ulteriori, causare allagamenti, compromettere impianti o materiali, quindi richiedere lavori molto più costosi rispetto alla spesa iniziale preventivabile da un tecnico. È lo stesso motivo per cui, in condominio, amministratori e regolamenti prevedono l’obbligo di chiamare figure qualificate per lavori che possano incidere sulle parti comuni o sulla sicurezza dell’edificio.
E in ogni caso, il tecnico rilascia documentazione utile ai fini assicurativi. In caso di sinistro, la compagnia richiede spesso una perizia o una dichiarazione che attesti la corretta installazione o manutenzione dell’impianto interessato. Senza questo tipo di prova il risarcimento potrebbe essere ridotto o, in alcuni casi, non riconosciuto.





