Pensioni: scatta il taglio senza precedenti: davvero non ci si può opporre? Quanto perdi

L’ultima legge di bilancio ha comportato un importante taglio delle pensioni: ecco cosa potrebbe accadere al tuo trattamento pensionistico

La legge di bilancio varata dal governo Meloni alla fine del 2024, per determinare le entrate e le uscite dell’anno corrente, ha introdotto un taglio importante alle pensioni di migliaia di italiani. Un ulteriore colpo basso inferto a una categoria già ampiamente vessata. Sebbene, infatti, le pensioni in Italia siano tra le più basse d’Europa, si continua con i tagli.

pensionato preoccupato
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Dopo una vita di duro lavoro, sono sempre di più i pensionati italiani che non possono godersi il meritato riposo, ma che si ritrovano costretti a fare sacrifici continui per poter tirare avanti. Il generale aumento del costo della vita di certo non aiuta e capita troppo spesso che in molti non riescano ad arrivare alla fine del mese. Scopriamo quindi cosa è successo con questo nuovo taglio e cosa potrebbe accadere.

Andiamo subito a vedere quali categorie di lavoratori sono state colpite maggiormente dai nuovi tagli e cosa è possibile fare per evitarli. Sicuramente è fondamentale agire prima che sia troppo tardi.

Pensioni: il nuovo taglio che spiazza tutti

L’avviso di questa ulteriore riduzione è arrivato tramite un messaggio INPS (n. 2491), una mattina di fine agosto, proprio qualche settimana fa. Quella laconica comunicazione annunciava una misura retroattiva, ovvero capace di incidere anche su posizioni già maturate. Per quanto riguarda le categorie che in futuro saranno coinvolte da questi tagli, secondo la CGIL, nel 2043 saranno oltre 730.000 lavoratori che subiranno tagli complessivi di circa 33 miliardi di euro.

anziano sconsolato
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Ma andiamo con ordine e cerchiamo di capire cosa accadrà invece alle pensioni che già in milioni di italiani stanno percependo. Si tratta di un taglio senza precedenti che avrà degli effetti a lungo termine. Ecco cosa resta da fare per poter contenere i danni.

Il taglio introdotto riguarda la quota retributiva delle pensioni dei dipendenti pubblici con meno di 15 anni di contributi al 31 dicembre 1995. Nello specifico si tratta degli iscritti a CPDEL, CPS, CPI e CPUG. Il messaggio INPS conferma che tutte le pensioni anticipate liquidate prima dei 67 anni subiranno riduzioni.

Una misura retroattiva, come anticipato, che incide su posizioni già maturate e che porta con sé serissimi dubbi di costituzionalità. Gli acronimi citati e che compaiono nel documento si riferiscono alle gestioni pensionistiche dei dipendenti pubblici, che un tempo erano separate e oggi sono confluite nell’INPS. Da quest’anno, inoltre, si allungano anche le finestre di uscita per il pubblico impiego: da un’attesa di 3 mesi si salirà a 4 nel 2025, 5 nel 2026, fino a 9 mesi nel 2028.

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