Dopo la seconda morte accertata, cresce l’allarme West Nile nel Lazio: 28 i contagi registrati, soprattutto nella provincia di Latina.
Una nuova vittima, un nuovo allarme. Il virus West Nile torna a colpire duramente l’Italia, e in particolare il Lazio, dove si contano ora due decessi accertati e 28 casi confermati.

L’ultima morte, quella di un uomo di 77 anni ricoverato all’ospedale Spallanzani di Roma, ha riportato con forza al centro dell’attenzione un’emergenza sanitaria che si sviluppa spesso in sordina, ma che nei mesi estivi si rivela insidiosa e letale, soprattutto per le persone fragili.
West Nile, la seconda vittima
Il paziente, secondo quanto reso noto dalla struttura ospedaliera e confermato dalle autorità regionali, era un soggetto immunodepresso: reduce da un trapianto cardiaco e con patologie croniche pregresse. Viveva in provincia di Latina, ma avrebbe soggiornato di recente anche a Baia Domizia, nel Casertano, altra area a rischio per via della conformazione orografica favorevole alla proliferazione delle zanzare.
LEGGI ANCHE – Terrore a Manhattan, ex giocatore di football uccide quattro persone, poi si suicida
Il primo decesso risale invece al 20 luglio: Filomena Di Giovangiulio, 82 anni, era residente a Nerola ma è morta all’ospedale San Giovanni di Dio di Fondi dopo un breve ricovero iniziato il 14 luglio. Aveva febbre e appariva in stato confusionale: sintomi compatibili con la forma neuroinvasiva del West Nile.
West Nile, Latina al centro dell’emergenza
Al momento, la provincia di Latina si conferma il focolaio più intenso. Dei 28 casi finora segnalati nel Lazio, ben 26 sono concentrati in quell’area. Le città più colpite includono Aprilia, Cisterna, Fondi, Pontinia, Priverno, Sezze, Sabaudia e Latina stessa. Due ulteriori casi sono stati registrati nei pressi di Roma, tra Anzio e Nettuno.
LEGGI ANCHE – Michele Noschese, nuove ombre sulla morte del dj italiano a Ibiza: fratture sospette riaprono il caso
A rendere la zona particolarmente vulnerabile è la presenza di ambienti umidi e stagnanti: paludi, canali e stagni che fungono da habitat ideale per la zanzara comune, il principale vettore del virus.
West Nile, parola agli esperti e il ruolo degli uccelli
Gli esperti mettono in guardia da una sottovalutazione del fenomeno. Gianni Rezza, professore straordinario di Igiene all’Università Vita-Salute San Raffaele, ha sottolineato l’impatto delle condizioni ambientali e della fauna. “La massiccia presenza di cornacchie e gabbiani, che sono serbatoi naturali del virus, favorisce la sua circolazione e rende più probabile la trasmissione all’uomo attraverso le zanzare.”
LEGGI ANCHE – Tragedia sul lavoro a Napoli: tre operai morti, erano senza caschi e imbracature
A rendere più aggressiva la diffusione, spiegano i tecnici dell’Istituto Superiore di Sanità, è stato anche l’inverno particolarmente mite: le larve hanno avuto più occasioni di sopravvivere e moltiplicarsi, accorciando il tempo di incubazione del virus nell’insetto e anticipando così la stagione dei contagi.

Una malattia spesso silenziosa
Il West Nile Virus è noto da decenni, ma in Italia si è affacciato con insistenza solo negli ultimi anni. Molte delle persone infettate non manifestano sintomi o accusano disturbi lievi come febbre, nausea, dolori muscolari. Tuttavia, nei soggetti anziani o fragili, l’infezione può evolvere in forme gravi: encefalite, paralisi, coma. Circa lo 0,1% dei casi ha esito letale.
LEGGI ANCHE – Carrefour lascia l’Italia: il marchio venduto a NewPrinces per un miliardo di euro
Al momento, non esiste un vaccino per uso umano contro il virus. L’unico strumento efficace resta la prevenzione: evitare le punture di zanzara con repellenti, zanzariere, abiti lunghi e interventi di disinfestazione nei territori più esposti.
Il piano di prevenzione della Regione Lazio
La Regione ha attivato controlli serrati, a partire dallo screening obbligatorio su tutti i donatori di sangue e plasma. Il Ministero della Salute, da parte sua, ha invitato a mantenere alta la sorveglianza epidemiologica, sia sul fronte umano che veterinario. Il virus può infatti colpire anche cavalli e altri animali domestici.
Ma è soprattutto il clima di incertezza a spaventare la popolazione. In particolare, tra gli anziani della provincia di Latina, cresce la domanda di prodotti antizanzare: secondo quanto riferito dalle farmacie locali, la vendita di spray repellenti è cresciuta del 25% nelle ultime settimane.
Non è allarme, assicurano gli esperti. Ma la stagione estiva è ancora lunga, e l’esperienza degli ultimi anni suggerisce che la guardia non vada mai abbassata.