Morto a 71 anni Hulk Hogan, leggenda del wrestling e volto simbolo della WWE e dello sportainment americano. La sua fama ha travalicato lo sport, diventando fenomeno pop globale sia in ambito televisivo che cinematografico
All’anagrafe era Terence Eugene Bollea, americano di terza generazione di lontane origini italiane, con un bisnonno nato a Vercelli ed emigrato negli Stati Uniti giovanissimo. Ma per il mondo era il grande Hulk Hogan, lottatore simbolo della WWE, uno dei personaggi televisivi americani più popolari di sempre.

Hogan si è spento all’età di 71 anni, stroncato da un attacco cardiaco nella sua casa di Clearwater, in Florida, dove viveva con la sua terza moglie sposata non moltissimo tempo fa.
La morte di Hulk Hogan
La notizia, confermata dalla famiglia, dalla stessa WWE e riportata in anteprima da TMZ e The Hollywood Reporter, ha fatto immediatamente il giro del mondo, scatenando un’ondata di cordoglio che ha coinvolto atleti, attori, musicisti e milioni di fan in tutto il mondo.
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Sulla causa della morte si attende l’ufficialità dell’esame autoptico richiesto dalle autorità inquirenti americane. Ma secondo quanto riferito da NBC News, che cita il medico personale di Hogan uno dei primi a visitarlo dopo che è scattato l’allarme sarebbe legata a complicazioni post-operatorie successive a un intervento alla schiena.
Hulk Hogan, una fama globale
Hogan non è stato solo un wrestler: è stato un’icona della cultura americana degli anni ’80 e ’90. Il suo look inconfondibile, con bandana gialla, i baffi a manubrio e il fisico scolpito hanno definito una generazione di performer. Ma più ancora, è stata la sua capacità di trasformarsi in simbolo transmediale a garantirgli l’immortalità.
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Hulk Hogan è stato attore, musicista, personaggio televisivo e persino protagonista di videogiochi. Il tutto grazie a un personaggio straordinariamente carismatico, ma soprattutto molto riconoscibile e capace di intercettare l’affetto e la dedizione del pubblico.

Dagli esordi in Florida al mito planetario
Nato a Augusta, Georgia, ma cresciuto a Tampa, in Florida dove si era trasferito con la famiglia piccolissimo, Bollea iniziò la sua carriera come musicista – suonava il basso in una rock band – e poi nei circuiti locali del wrestling americano alla fine degli anni ’70.
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Alto quasi due metri fisicamente molto potente e forte di un allenamento feroce in palestra – una delle sue ambizioni era quella di diventare body builder professionista, fu scoperto da Vince McMahon Sr. che riuscì a intravederne il potenziale e a lanciarlo nella World Wrestling Federation (oggi WWE), dove diventò presto il volto di punta della compagnia.
Simbolo del wrestling globale
L’affermazione di Hogan segue e in qualche modo percorre gli stessi passi del successo della WWE sotto la guida del figlio di Vince McMahon Sr, che ha guidato il business per quasi 40 anni fino alla diffusione mondiale, alla digitalizzazione e a un impero tra i più potenti del mercato globale dell’intrattenimento.
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Il punto di svolta arrivò nel 1984, quando sconfisse The Iron Sheik conquistando il titolo mondiale. Da lì in poi, Hulkamania divenne un fenomeno globale. Match leggendari come quelli contro Andre the Giant a WrestleMania III (1987) o contro Ultimate Warrior nel 1990 sono impressi nella memoria collettiva di milioni di fan.
Hulk Hogan, cinema e TV
Secondo ESPN e Sports Illustrated, Hogan è stato il primo wrestler a riuscire davvero a superare i confini dello sport, approdando al cinema e alla televisione con produzioni come “Suburban Commando” e la serie “Thunder in Paradise”.
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La sua popolarità era tale che negli anni ’90 diventò persino un simbolo culturale studiato nelle università americane. Diventò un simbolo al cinema, con la leggendaria collaborazione in Rocky 3, ma anche nel campo della comunicazione promuovendo e distribuendo articoli di grande successo per diventare un formidabile testimonial pubblicitario fino alla partecipazione in Hogan Knows Best, reality familiare in onda su MTV che ebbe enorme popolarità all’inizio degli anni duemila.
Luci e ombre di un personaggio controverso
Come ogni mito, anche Hogan ha vissuto momenti oscuri. Celebre fu il processo con Gawker Media per un filmino amatoriale hard diffuso on line culminato in una vittoria giudiziaria che gli fruttò oltre 140 milioni di dollari di risarcimento.
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Ma vi furono anche polemiche legate a frasi razziste emerse in registrazioni private, che portarono alla sua momentanea estromissione dalla WWE che durò per alcuni anni fino alla sua riabilitazione. Nonostante ciò, negli ultimi anni Hulk Hogan era tornato ad apparire in eventi speciali della compagnia, accettando il ruolo di ambasciatore e mantenendo una relazione affettuosa con i fan.
Famosissimi i suoi claim, utilizzati anche come suoneria… “Let me tell you something, brother!” o “Watcha gonna do when the Hulkster will run wild on you”…

L’eredità di un gigante del ring
La morte di Hulk Hogan segna la fine di un’era. Nessuno come lui ha saputo incarnare il wrestling come forma di intrattenimento totale, mescolando sport, spettacolo, marketing e storytelling. Per Dave Meltzer, firma storica del Wrestling Observer, “Hogan è stato l’Elvis Presley del wrestling: ha portato il business a un livello di popolarità mai visto prima”.
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Anche l’attuale presidente della WWE, Paul Levesque,Triple H, ha commentato con parole sentite: “Hulk Hogan non è stato solo una leggenda, è stato il ponte tra generazioni di fan e performer. Senza di lui, la WWE non sarebbe mai diventata quello che è oggi”.
Il wrestling è in lutto
Le celebrazioni della sua vita sono già in corso: la WWE ha annunciato una puntata speciale in suo onore e i social sono stati inondati di video tributo e messaggi di addio. Hulk Hogan lascia un vuoto che difficilmente potrà essere colmato.