Il corpo di Emanuela Ruggeri, 32 anni, scomparsa da sei giorni, rinvenuto in una zona isolata, ipotesi overdose, ma restano molte ombre su come la donna sia arrivata fin lì
Rinvenuto in una zona isolata di Roma, tra le sterpaglia di via del Mandrione, il corpo di Emanuela Ruggeri la cui era scomparsa era stata denunciata esattamente una settimana fa, il 14 luglio.

Emanuela Aveva lasciato la sua abitazione a Colli Aniene intorno alle 20.30, dicendo che usciva per incontrare un’amica. Da quel momento, nessuno l’ha più vista.
Emanuela Ruggeri, la scomparsa e il decesso
La madre, preoccupata per l’assenza prolungata della figlia, ha prima lanciato un appello via social, denunciando poi formalmente la scomparsa ai carabinieri. L’ultimo segnale era stato un messaggio inviato la sera del 15 luglio, in cui Emanuela scriveva: “Vado al mare”. Poi, il silenzio.
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Ieri, domenica, sei giorni dopo la sparizione, un uomo a passeggio col cane ha notato qualcosa di strano tra le sterpaglie di via del Mandrione, una zona periferica e poco illuminata di Roma, già nota alle forze dell’ordine per episodi di degrado. Tra i cespugli giaceva il corpo di una donna, ormai in avanzato stato di decomposizione.
Il riconoscimento del corpo di Emanuela Ruggeri
Il riconoscimento è avvenuto tramite i tatuaggi che Emanuela aveva sul corpo: un fungo, il numero 666 stampigliato su un braccio, una D e una mezzaluna stilizzata.
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Il medico legale, intervenuto sul posto, ha escluso segni evidenti di violenza. Per questo, la Procura di Roma ha aperto un fascicolo con l’ipotesi di “morte in conseguenza di altro reato”. Una formula che consente agli investigatori di non escludere alcuna pista: overdose, malore, omicidio, ma anche un gesto di carattere volontario. Si attende ora l’esito dell’autopsia e, soprattutto, dell’esame tossicologico, che sarà eseguito al Policlinico di Tor Vergata.
Le piste investigative aperte
Il cellulare della donna non è stato ritrovato vicino al corpo, e gli inquirenti stanno lavorando per localizzarlo, sperando possa contenere elementi chiave. Tra le ipotesi, la più accreditata al momento resta quella dell’overdose.
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Emanuela Ruggeri avrebbe avuto in passato contatti con il mondo della tossicodipendenza, in particolare l’eroina. Alcune fonti investigative non escludono che possa aver assunto una dose letale tagliata male, ma anche in questo caso sorgono dubbi: soprattutto sul fatto che il corpo sia rimasto abbandonato così a lungo. Anche perché l’impressione è che la ragazza, che non guidava, non sia arrivata lì da sola.
I punti oscuri del caso
Il luogo del ritrovamento dista diversi chilometri dal quartiere in cui viveva la ragazza, Colli Aniene. È difficile credere che Emanuela si sia recata lì da sola, senza mezzi di trasporto e senza lasciare tracce evidenti. Le telecamere della zona sono ora al vaglio degli inquirenti, ma al momento non risultano immagini utili. Anche le ultime conversazioni telefoniche e i social della ragazza verranno analizzati per cercare di ricostruire le sue ultime ore.
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Un altro punto critico riguarda il tempo trascorso tra la scomparsa e il ritrovamento. Secondo una prima valutazione medica, la morte risalirebbe a pochi giorni dopo la sparizione, compatibilmente forse con l’ultimo messaggio inviato alla madre. Ma resta inspiegabile come un corpo possa essere rimasto nascosto per sei giorni in un luogo certo isolato, ma frequentato e accessibile, senza essere notato.

La voce della madre
Intervistata la madre di Emanuela ha espresso tutto il suo dolore e la sua confusione: “Era uscita per una cena e non ha più fatto ritorno. Mi ha mandato un messaggio dicendo che andava al mare, ma non ha mai specificato con chi. Era una ragazza fragile, ma non faceva del male a nessuno. Voglio solo sapere cos’è successo. Sicuramente lì da sola non è arrivata. Qualcuno ce l’ha portata…”
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L’inchiesta è coordinata dalla PM Giulia Guccione, con delega alla squadra mobile e al commissariato locale. Gli agenti stanno compiendo accertamenti sulle ultime persone che hanno avuto contatti con Emanuela, incluso l’amico o l’amica che avrebbe dovuto incontrare la sera della scomparsa. In parallelo, si cerca di capire se qualcuno abbia aiutato la ragazza a spostarsi in via del Mandrione, e soprattutto se il corpo sia stato abbandonato lì in un secondo momento.
In attesa dell’autopsia
Nelle prossime 48 ore saranno fondamentali gli esami medico-legali. Solo l’autopsia potrà chiarire se Emanuela è morta per overdose, per un malore improvviso o per un’azione violenta non visibile esternamente. Al momento, il fascicolo resta aperto e nessuna pista viene esclusa.