Due profili di DNA maschile rilevati sul tampone orale di Chiara Poggi, uno è ignoto, l’altro potrebbe essere frutto di contaminazione. La Procura apre nuovi scenari.
Diciotto anni dopo il delitto di Garlasco, il caso dell’omicidio di Chiara Poggi potrebbe imboccare una direzione investigativa completamente nuova. Le ultime analisi effettuate nell’ambito dell’incidente probatorio sul tampone orale prelevato durante l’autopsia della giovane vittima hanno evidenziato due distinti profili di DNA maschile.

Uno di questi, compatibile al 70-80% con l’assistente del medico legale che effettuò l’esame nel 2007, viene al momento attribuito a contaminazione. L’altro, rilevato in quantità maggiore e in una zona più interna della bocca, non ha ancora un’identificazione.
Garlasco, il giallo del nuovo DNA
Le analisi sulle due tracce, mai eseguite prima su quel reperto, sono state affidate alla genetista Denise Albani e rappresentano uno snodo cruciale nell’indagine riaperta dalla Procura di Pavia e dai Carabinieri del nucleo investigativo di Milano.
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Il profilo, classificato come DNA “Y”, dunque maschile, non corrisponde né ad Andrea Sempio, nuovo indagato nell’inchiesta, né ad Alberto Stasi, già condannato a 16 anni di reclusione.
Una mano sul volto per zittire Chiara? Le ipotesi
Secondo fonti investigative, la presenza del DNA maschile nella bocca di Chiara Poggi potrebbe essere compatibile con l’ipotesi di un’aggressione in cui la vittima sarebbe stata zittita con una mano sul volto. Questo spiegherebbe il ritrovamento di materiale genetico in zone normalmente immuni da contaminazione esterna, come lingua, palato e gengive. Gli inquirenti stanno dunque valutando se quel DNA possa essere stato lasciato durante una colluttazione, un tentativo di difesa o addirittura un morso.
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Questa teoria rafforza la pista, già al vaglio della Procura, che sulla scena del delitto potessero essere presenti più persone. Già nel 2007 si era ipotizzata la presenza di un complice, o comunque l’uso di due armi: una da taglio e una contundente. Un’ipotesi poi accantonata, ma oggi riemersa con forza.
Il ruolo del Garante e il video dell’autopsia in vendita
Nel frattempo, si è aperto un ulteriore fronte legato alla tutela della dignità della vittima. Il Garante della privacy è intervenuto con un provvedimento d’urgenza per bloccare la diffusione online, a pagamento, di un video contenente le immagini dell’autopsia di Chiara Poggi.
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L’autorità ha invitato tutti i media a non pubblicare o condividere tali contenuti, ritenuti illeciti e gravemente lesivi della dignità della vittima e della sua famiglia. Non si escludono sanzioni nei confronti dei responsabili della pubblicazione e della vendita.
La replica dell’esame lunedì e i prossimi passi
La comunità scientifica e giudiziaria resta ora in attesa della replica dell’esame sul tampone orale, prevista per lunedì. Solo con un’ulteriore analisi sarà possibile stabilire la solidità e la consistenza del profilo genetico rilevato. In caso di conferma, sarà necessario incrociare il profilo con i DNA di tutte le persone che, a vario titolo, sono entrate in contatto con la scena del crimine o con il corpo della vittima.
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Secondo gli investigatori, nonostante l’esistenza di elementi che collocano Andrea Sempio sulla scena del crimine, la presenza di un DNA sconosciuto costringerebbe a una ricostruzione più complessa dei fatti. Si apre quindi la prospettiva di una co-partecipazione, con almeno un altro uomo presente al momento dell’omicidio.
Cautela da parte dei legali: “Aspettiamo i risultati completi”
L’avvocato Gian Luigi Tizzoni, legale della famiglia Poggi, ha invitato alla prudenza: “Siamo tranquilli. L’unico elemento certo è quello della contaminazione già attribuita. Attendiamo gli sviluppi dell’analisi”. Di segno opposto la reazione della difesa di Andrea Sempio. L’avvocato Massimo Lovati ha ribadito che “le nuove tracce non spostano nulla” e che il suo assistito è estraneo ai fatti.