La furia del Guadalupe River durante il fine settimana del 4 luglio ha causato una delle peggiori alluvioni degli ultimi decenni nel Texas centrale. Con oltre 80 vittime confermate, più di 40 persone ancora disperse e centinaia di sopravvissuti recuperati, le comunità lontane da San Antonio sono ancora in ginocchio.
Il bilancio delle vittime della drammatica alluvione avvenuta in Texas continua purtroppo a salire. In un’ultima conferenza stampa poche ore fa, lo sceriffo della contea di Kerr ha riferito che sono oltre 75 i corpi recuperati — tra essi 27 minori, molti dei quali frequentavano il Camp Mystic — mentre in altri territori del Texas centrale si contano ulteriori usciti mortali.

Nel complesso, il totale ufficiale ha superato le 80 vittime, tra cui decine di bambini e adolescenti ospiti dei campi estivi travolti dall’acqua scura e impetuosa, del tutto fuori controllo.
Texas, la pietosa ricerca delle salme
Le operazioni di identificazione dei corpi recuperati tra acqua una distesa sempre più pesante e spessa di fango, procedono con molta difficoltà, soprattutto per quei corpi ritrovati in condizioni critiche. E dunque difficilmente riconoscibili.
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Camp Mystic, il campo estivo cristiano per ragazze, paga un tributo doloroso: oltre 27 giovanissime sono stati certificati morti ma ci sono almeno 10 ragazze e un’educatrice che risultano ancora scomparse. Una portavoce del campo ammette che il bilancio è provvisorio, ed è destinato a peggiorare: “Il nostro peggior timore è diventato realtà ma lo scenario pessimo. Le autorità stanno continuando a cercare con ogni risorsa disponibile”.
Il sindaco di Kerrville ha espresso preoccupazione per le zone più remote dove i soccorsi non sono ancora riusciti ad arrivare. Il ritmo del ritrovamento rallenta, ma le squadre non mollano.
Dispersi e salvataggi: un destino incerto
Sul totale, si stima che siano oltre 40 le persone ancora disperse, tra cui interi nuclei familiari costretti a cercare riparo all’ultimo istante. Un esempio tragico è la testimonianza di una ragazzina di 13 anni, salvata mentre si aggrappava a un albero insieme ai compagni, evacuata con un elicottero all’alba dopo ore di attesa. Le autorità hanno confermato che più di 850 persone sono state tratte in salvo, con almeno 167 recuperate da elicotteri durante la notte del disastro.
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La risposta alla tragedia ha visto l’impiego di più di 400 operatori tra polizia, vigili del fuoco, soccorritori e volontari, supportati da droni, barche e unità cinofile. Il governatore Greg Abbott ha proclamato lo stato di calamità in 15 contee e ha promesso risorse illimitate. Dal canto suo, il presidente Trump ha firmato la dichiarazione di “major disaster”, ha visitato la zona da Air Force One e ha assicurato un intervento rapido, pur difendendo la decisione di tagliare fondi alla NOAA e alla National Weather Service, ora al centro del dibattito.
Allerta urgenza: nuove piogge e altra paura
Il bollettino meteorologico resta allarmante. Il National Weather Service ha emesso una nuova flash flood emergency nell’area di Kerrville, segnalando la possibilità di dieci ulteriori centrimetri di pioggia, con punte fino a 30-40 centimetri in alcune zone. In un solo giorno, il fiume Guadalupe ha toccato livelli record: tra i 26 e i 30 piedi (quasi 9 metri), rendendo la zona ancora instabile.
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Il timore è che nuovi temporali possano bloccare le strade, allagare i punti già grattati dal disastro e interrompere i soccorsi. Le autorità invitano chi non è coinvolto direttamente a restare lontano da corsi d’acqua, a non avventurarsi nei detriti e a lasciare il campo libero al personale d’emergenza.

Responsabilità e sistema di allerta sotto accusa
La tragedia pone interrogativi sul sistema di allerta. Il National Weather Service aveva emesso un’avvertenza poche ore prima. Sono messaggi che di solito vengono diramati non solo da reti locali, tv e radio, ma anche sui telefonini di ogni abitante. Ma molti testimoni sostengono di non aver ricevuto alcuna notifica diretta, soprattutto nelle aree isolate. Il fatto assume peso drammatico: le comunità colpite erano già identificate come vulnerabili, ma non avevano sirene di allarme o piani di evacuazione strutturati.
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In passato, nel 1987, una precedente alluvione lungo lo stesso tratto aveva causato circa 43 vittime in una notte, tra cui bambini in campeggio. Quell’evento aveva aperto la discussione su un sistema di prevenzione adeguato, mai completamente realizzato. Oggi il rimprovero verso l’assenza di sirene locali, tecnologie automatiche o fondi per l’allerta risuona con forza: “Il costo di non aver installato un sistema di allarme preventivo è stato altissimo”, ha detto un sopravvissuto.
Texas, una comunità in lutto
Il cuore del Texas soffre e si compatta. A Camp Mystic, una delle vittime era Dick Eastland, co-proprietario del campo, deceduto mentre cercava di aiutare le ragazze. Un discorso emozionante è arrivato da Elizabeth Short, ex ospite e ora direttrice del programma: “I nostri counselors sono stati eroi. Hanno legato le ragazze insieme e hanno combattuto per ognuna di loro fino alla fine”.
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Molte celebrità texane hanno alzato la voce. L’attore Matthew McConaughey ha chiesto sostegno attraverso la sua fondazione, affermando che “i texani sono arrabbiati, ma stanno anche dando tutto per ricostruire”. Lo scrittore cristiano Max Lucado ha organizzato una preghiera pubblica via streaming, invitando la nazione a unirsi nel lutto.
Dighe, ponti, case sul fiume: una ricostruzione fragile
L’impatto non è stato solo umano. Trailer park e roulotte sono stati spazzati via. Ponti e strade sono insicuri. L’accesso a molte località è ancora irraggiungibile senza mezzi 4×4. L’Army Corps of Engineers e i comandi locali stanno decidendo se demolire o consolidare alcune strutture compromesse.
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Per la protezione civile la priorità resta garantire case di accoglienza, supporto psicologico e risarcimenti solidali, evitando che le comunità vengano abbandonate.

I flash flood
La catastrofe ha reso necessario un esame di coscienza: quanto dobbiamo cambiare la nostra gestione del territorio? Esperti mettono in guardia dal combinato tra aumento delle precipitazioni dovuto ai cambiamenti climatici e vulnerabilità infrastrutturale. La regione, parte della cosiddetta “Flash Flood Alley”, avrebbe già da tempo dovuto investire su sistemi meteorologici avanzati, sirene mobili e piani di fuga urbanistici.
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Il governatore ha promesso che parte della ricostruzione sarà destinata proprio a queste misure. Ma ormai il bilancio di vittime è davvero drammatico. Il tutto con polemiche che investono anche l’amministrazione Trump che avrebbe tagliato numerose spese pubbliche, incluse quelle per la gestione delle emergenze nel territorio.
Texas, bilancio disastroso
L’alluvione del Guadalupe River rimarrà scolpita come una ferita storica. Al momento di pubblicare i morti accertati sono 80 morti, i dispersi 43, le persone che hanno perso tutto – casa e lavoro – migliaia… I danni sono incalcolabili.