L’attacante portoghese del Liverpool e della Nazionale portoghese Diogo Jota è morto in un drammatico incidente stradale insieme al fratello. La sua Lamborghini è andata a fuoco sulla A-52.
Una tragedia che scuote il mondo del calcio e che purtroppo sembra essere segnata da tutta una serie di fatalità.

Nella notte tra giovedì e venerdì l’autostrada A-52, all’altezza di Cernadilla, nella provincia spagnola di Zamora, si è trasformata nel teatro di una tragedia. Diogo Jota, 28 anni, attaccante del Liverpool e della Nazionale portoghese, e suo fratello minore André Silva, 25 anni, calciatore del Penafiel, sono morti carbonizzati all’interno della Lamborghini Huracán su cui viaggiavano.
Diogo Jota, morto sulla Lamborghini a noleggio
La vettura, noleggiata per raggiungere Santander per poi imbarcarsi verso il Regno Unito, è finita fuori strada durante un sorpasso. Secondo gli inquirenti, uno pneumatico sarebbe esploso all’improvviso, facendo sbandare l’auto che ha urtato il bordo della carreghgiata ribaltandosi per poi prendere fuoco.
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Le fiamme hanno avvolto l’abitacolo in pochi secondi. Quando i soccorsi sono arrivati sul posto, per i due fratelli non c’era già più nulla da fare. I loro corpi sono stati trasferiti all’istituto forense di Zamora per l’autopsia e il riconoscimento ufficiale.
Diogo Jota, il lutto di Anfield e del Portogallo
La notizia ha scosso il mondo del calcio. Diogo Jota era uno dei simboli del Liverpool di Arne Slot che ha appena riconquistato il titolo nazionale inglese di Premier League, ma anche della Nazionale lusitana che poche settimane fa aveva vinto la UEFA Nations League in finale contro la Spagna con Joga in campo proprio nei minuti conclusivi del match.
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Con lui in auto, anche il fratello André, talento emergente, molto legato al più celebre Diogo. Entrambi stavano tornando in Inghilterra, dove Diogo avrebbe dovuto unirsi ai compagni per il ritiro estivo. André che gioca nel Penafiel, in Portogallo, aveva ancora qualche giorno di ferie. Un dettaglio assume il contorno della beffa. A Diogo, dopo un recente intervento ai polmoni, era stato sconsigliato di volare e per questo aveva optato per il traghetto, con l’idea di coprire il tragitto fino a Santander in auto per poi arrivare a Liverpool via mare.

Diogo Jota, il dolore ci compagni e avversari
Il Liverpool ha espresso il proprio dolore definendosi “devastato dalla notizia”. La società ha deciso di sospendere tutte le attività programmate in questi giorni mentre numerosi tifosi si sono raccolti all’esterno dello stadio di casa di Anfield Road lasciando fiori, sciarpe, foto, maglie con il numero 20 e numerosissimi messaggi.
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In Portogallo, la Federazione ha dichiarato tre giorni di lutto: la morte di Diogo ha unito nella commozione intere generazioni di tifosi. Tra i primi a esprimere cordoglio è stato Cristiano Ronaldo, subito seguito da molti compagni di Nazionale e da Jürgen Klopp che aveva fortemente voluto Diogo Jota, arrivato ai Reds nel 2020 e da centinaia di colleghi e avversari sui social. Un minuto di silenzio è stato osservato in tutte le partite dei campionati estivi lusitani, e perfino il Parlamento ha interrotto i lavori per rendere omaggio.
Una carriera costruita con talento e sacrificio
Nato a Massarelos, Diogo Jota aveva mosso i primi passi nel Paços de Ferreira, per poi passare giovanissimo all’Atlético Madrid e al Wolverhampton, dove si era fatto notare per il suo dinamismo e fiuto del gol. Il Liverpool lo aveva acquistato nel cinque anni fa, e in pochi mesi Jota era diventato uno dei punti fermi dell’attacco dei Reds collezionando ben 47 gol in 123 presenze ufficiali. In Nazionale, aveva marcato 54 presenze e 18 gol, diventando uno degli uomini più amati dai tifosi portoghesi.
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Solo dieci giorni prima della tragedia, si era sposato con la compagna Rute Cardoso, madre dei suoi tre figli. Una felicità privata che ora si scontra con un dolore pubblico e immenso.

Quando il calcio si tinge di nero: i tragici precedenti
La morte di Jota, così improvvisa e brutale, riapre ferite ancora aperte nella memoria del calcio. Non è la prima volta che un calciatore perde la vita in un incidente stradale. Uno dei casi più noti e dolorosi è quello di Denis Bergamini, centrocampista del Cosenza, trovato morto nel 1989 lungo la statale 106 jonica. Inizialmente classificato come suicidio, il caso si rivelò anni dopo un omicidio, innescando una lunga e travagliata battaglia giudiziaria.
Ci sono poi tragedie meno oscure, ma ugualmente drammatiche. Gigi Lentini, giovane talento del Milan, nel 1993 fu protagonista di un incidente violentissimo – il ruotino di scorta della sua Porsche esplose all’improvviso – che ne compromise la carriera. Sopravvisse, e tornò al calcio dopo un lungo recupero, ma non fu mai più lo stesso
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Tomáš Skuhravý, ex attaccante del Genoa, grande appassionato di velocità e di macchine sportive, scampò a un incidente che avrebbe potuto costargli la vita mentre era ancora in attività. Sulla sua Mitsubishi 3000 andò fuori strada e la sua macchina rimase miracolosamente in bilico una ventina di metri sopra la scogliera di Voltri, sui tornanti che portano ad Arenzano. Macchina distrutta, lui ne uscì illeso.
Altri episodi hanno avuto esiti ancora più drammatici: Emiliano Sala, centravanti argentino, morì nel 2019 quando il piccolo aereo su cui viaggiava da Nantes a Cardiff precipitò nel canale della Manica. E prima di lui, il brasiliano Gilmar dos Santos Neves perse la vita in un incidente d’auto a 22 anni. La lista purtroppo è lunga.

Diogo Jota, l’ultima curva di una vita straordinaria
La storia di Diogo Jota si chiude nel modo più crudele, al culmine di una carriera brillante, pochi giorni dopo un traguardo familiare fondamentale, nel pieno della sua maturità calcistica.
La Kop, la leggendaria curva dei tifosi Reds più accesi ha già dichiarato che la prossima stagione sarà dedicata a Diogo cui alla prima uscita ufficiale della squadra – in occasione della finale del Community Shield contro il Crystal Palace a Wembley – ma soprattutto all’esordio da campioni in carica di Ferragosto contro il Bournemouth, dedicherà un messaggio speciale di affetto con una coreografia.