Un boato ha scosso Roma, un’esplosione devasta un deposito di carburante e gas in via dei Gordiani. Ventuno i feriti, tra poliziotti, pompieri e civili. Intervento in corso per gran parte della mattinata in un clima di grande preoccupazione tra i residenti.
Sono da poco passate le 8.00, E Roma si risveglia in maniera brutale. Un boato fragoroso ha squarciato la calma, un rumore così potente da far pensare a un terremoto.

“Tutti i vetri tremavano”, ha raccontato un residente di Centocelle, mentre una donna di via dei Gordiani ha riferito di aver sentito “un boato violentissimo, sordo proveniente dal basso”, tanto forte da indurla a scappare di casa in pigiama, con il cuore in gola. Una scelta che molti abitanti di tutta la zona hanno fatto istintivamente, pensando a un terremoto, se non a un attentato.
Roma, esplode un deposito di gas e carburanti
Il momento esatto dell’esplosione secondo le testimonianze raccolte dai vigili è alle 8.18: subito dopo una densa colonna di fumo nero si è alzata su via dei Gordiani 32, nel quartiere Prenestino-Centocelle. L’epicentro è un deposito collegato a un distributore di carburante e gas GPL. Secondo i Vigili del Fuoco, a causare la deflagrazione sarebbe stato il distacco improvviso di una pompa da una cisterna.
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L’incendio che ne è seguito ha provocato due ulteriori esplosioni in rapida sequenza: la seconda, ancora più violenta della prima, ha infranto vetri, scoperchiato alcuni tetti in lamera dei vicini capanoni e seminato il panico anche a chilometri di distanza, dal Pigneto all’EUR.
Roma, l’esplosione, l’incendio e l’intervento delle squadre di emergenza
Immediato l’intervento delle squadre di emergenza dei Vigili del Fuoco: almeno sette mezzi sono arrivati in pochi minuti, mentre le fiamme si propagavano anche a un deposito giudiziario adiacente. A supporto sono giunti poliziotti, carabinieri e ambulanze del 118, già allertate da alcune segnalazioni giunte appena prima del boato. L’area, ad alta densità residenziale e commerciale, ha reso complesso l’intervento: alcune palazzine sono state evacuate per precauzione, così come un asilo nido, una palestra e la stazione Teano della Metro C.
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La nube di fumo nero, densa e fastidiosa, era visibile da quasi ogni punto della città. I pompieri hanno lavorato per oltre un’ora per domare completamente l’incendio. Nel frattempo, sono iniziate le operazioni di messa in sicurezza dell’area e di verifica della stabilità degli edifici circostanti. I cittadini, molti dei quali in strada, hanno documentato tutto con i telefoni: video, foto, urla e vetri infranti hanno invaso i social media in pochi minuti.
Ventuno feriti e una città sotto shock
Il primo bilancio è già molto pesantem, ma poteva essere di gran lunga peggiore. Ci sono ventuno feriti, tra cui otto poliziotti, un vigile del fuoco, un operatore sanitario del 118 e diversi civili. Cinque persone sono state trasportate in codice giallo all’Umberto I e al San Giovanni, principalmente per ustioni e lesioni da vetri o oggetti lanciati dall’onda d’urto. Fortunatamente nessuno è in pericolo di vita, ma lo shock è tangibile.
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“Sembrava un attentato – ha detto un residente a pochi metri dal luogo dell’esplosione – la mia finestra è letteralmente esplosa, ho visto pezzi di metallo volare come schegge”.
Un uomo che si trovava al bar ha riferito di essere caduto a terra a causa dell’onda d’urto, mentre un’anziana signora è stata soccorsa in stato di choc. Decine di auto parcheggiate sono state danneggiate, con vetri distrutti e carrozzerie deformate dalla pressione.

L’esplosione di Roma: le prime reazioni istituzionali
La risposta delle istituzioni è stata immediata. Il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, ha seguito di minuto in minuto l’evolversi della situazione, in contatto con la prefettura e con i vertici della Protezione Civile. Il presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha espresso solidarietà ai feriti e alle famiglie coinvolte, ringraziando le forze dell’ordine e i soccorritori per la tempestività dell’intervento. “Roma è stata colpita al cuore, ma ha risposto con prontezza e coraggio”, ha dichiarato in una nota ufficiale.
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Il Prefetto ha convocato d’urgenza un tavolo tecnico per coordinare le verifiche sulla sicurezza di altri impianti simili in città. L’area di via dei Gordiani, intanto, è stata transennata e sottoposta a sequestro preventivo.
Esplosione a Roma, indagini e ipotesi sulle cause
Le indagini sono ora in mano alla polizia scientifica e ai tecnici dei Vigili del Fuoco. Al vaglio ci sono le immagini delle telecamere di sorveglianza e le dichiarazioni dei testimoni. Si ipotizza un errore durante le manovre di carico o scarico del carburante, oppure un cedimento strutturale della pompa.
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Il magistrato di turno ha aperto un fascicolo per esplosione colposa e lesioni multiple. Nessuna pista viene esclusa, ma al momento non ci sono elementi che facciano pensare a un gesto doloso. I proprietari del deposito sono stati convocati per chiarire le dinamiche di funzionamento e la regolarità delle misure di sicurezza presenti.
Una ferita aperta e i nodi della prevenzione
L’esplosione ha risollevato il tema della sicurezza nei centri urbani. Via dei Gordiani è un’arteria trafficata, immersa nel tessuto abitativo, a pochi passi da scuole – ovviamente e per fortuna chiuse – numeroise attività artigianali e commerciali ma anche stazioni metro. Il rischio, come evidenziato da alcuni esperti, è che strutture contenenti materiali pericolosi si trovino troppo vicine ad aree sensibili senza adeguati sistemi di controllo.
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Il ricordo corre inevitabilmente a tragedie del passato, come quella del deposito Agip di Napoli nel 1985. Anche allora, come oggi, fu un malfunzionamento a generare una catastrofe annunciata. Gli esperti sottolineano la necessità di aggiornare le normative sulla sicurezza industriale in ambito urbano, prevedendo ispezioni più frequenti e tecnologie di rilevamento automatico.

Due tragedie simili: Genova e Viareggio
Nel giugno 2009, nella stazione ferroviaria di Viareggio deragliò un treno merci con quattordici carri cisterna carichi di GPL. Alle 23.48 un carrello di uno dei vagoni si ruppe, causando 8una violentissima esplosione, una scintilla sufficiente a innescare una deflagrazione che devastò interi isolati, provocando la morte di 32 persone e decine di feriti, molti disperdendosi tra le macerie e l’incendio. Le immagini — con palazzine sventrate e persone intrappolate tra le macerie — fecero il giro del mondo in una notte tragica.
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Anche Genova ha pagato un prezzo alto. Nel maggio 1987, presso i depositi chimici della “Attilio Carmagnani” di Multedo, quattro operai persero la vita in una violenta esplosione mentre stavano lavorando a un serbatoio in manutenzione. Il tutto in una zona estremamente e densamente popolata, stretta tra depositi di gas, solventi, vernici e porto petroli. La tragedia dell’esplosione a bordo della motonave petroliera Haven – poi affondata al largo di Arenzano – sarebbe arrivata solo pochi anni più tardi.
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Due tragedie fu così grave da spingere l’amministrazione locale ripensare tutta l’attività industriale della zona che da allora si è molto ridimensionata.
Qualche tempo dopo il Comune di Genova ha intitolato in memoria delle vittime di queste tragedie una strada.
L’analogia con i fatti di oggi a Roma è inquietante: impianti vicini a scali urbani, materiali infiammabili, meccanismi soggetti a cedimenti imprevedibili quando la manutenzione è carente o si sottovalutano le procedure di sicurezza.
Si lavora per tornare alla normalità
Mentre l’aria torna respirabile e le sirene si affievoliscono, Roma fa i conti con la paura. Centinaia di cittadini sono scesi in strada, molti ancora sotto shock. Alcuni si sono rifugiati da amici o parenti, altri hanno condiviso immagini drammatiche sui social, in cerca di rassicurazioni.
La città, però, ha risposto con prontezza. I soccorsi sono stati rapidi ed efficaci, evitando un bilancio ben più grave. La macchina dell’emergenza ha funzionato in attesa di capire che cosa sia successo.